Tassa bitcoin al 42%, il dibattito infiamma il governo

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ECONOMIA

Il governo italiano è attualmente al centro di un acceso dibattito riguardante la proposta di aumentare la tassazione sui guadagni derivanti dalle criptovalute, portandola dal 26% al 42%. Questa misura, contenuta nella prima versione della Manovra 2025, ha suscitato forti reazioni sia tra i politici che tra gli esperti del settore. Paolo Ardoino, amministratore delegato di Tether, ha definito questa proposta una "pura follia", sottolineando come un tale aumento potrebbe avere effetti devastanti sull'economia italiana e sui risparmiatori che hanno investito in criptovalute.

La proposta del Ministero dell'Economia, che mira a incrementare le entrate fiscali attraverso una maggiore tassazione delle plusvalenze da criptovalute, è stata accolta con scetticismo e preoccupazione. Secondo Ardoino, l'aumento della tassazione potrebbe portare a un effetto boomerang, bruciando una parte significativa della ricchezza accumulata dagli investitori italiani. Inoltre, la disparità di trattamento fiscale tra i titoli di Stato, tassati al 12,5%, e gli strumenti finanziari, tassati al 26%, solleva ulteriori interrogativi sulla coerenza delle politiche fiscali del governo.

Nel frattempo, il dibattito politico si intensifica, con la maggioranza che fatica a trovare un accordo su questa controversa misura. Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha anticipato che la tassa potrebbe essere applicata a partire dal 2025, ma le ore di trepidazione per gli italiani che possiedono bitcoin non sembrano destinate a finire presto. La manovra di bilancio, infatti, è ancora in fase di discussione e potrebbe subire ulteriori modifiche prima di essere approvata.

In questo contesto di incertezza, è fondamentale monitorare attentamente gli sviluppi della situazione, poiché le decisioni prese dal governo avranno un impatto significativo non solo sugli investitori in criptovalute, ma sull'intera economia italiana.