Virus Oropouche, Gismondo: "Al Sacco di Milano il test home made per diagnosticare il virus"

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RaiNews SALUTE

Una diagnosi che ha avuto una eco inaspettata. “Forse perché ancora oggi – riflette Maria Rita Gismondo, a capo del laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano – viviamo ancora in uno stato di allerta perenne che subito fa scattare l’allarme quando si parla di malattie infettive. Il virus Oropouche non si trasmette da uomo a uomo, ma solo grazie alla puntura di un tipo di zanzara che il Italia non è stato individuato”. (RaiNews)

Ne parlano anche altri giornali

In Brasile, nello stato di Bahia, sono stati registrati i primi due decessi al mondo dovuti alla febbre di Oropuche. Il primo morto è stato registrato il 17 giugno scorso. (Open)

Il direttore Sanitario dell'IRCCS Galeazzi Fabrizio Pregliasco ha spiegato come interpretare questi dati e quali sono i rischi per l'Italia. (Fanpage.it)

"Presentavano segni e sintomi simili alla febbre Dengue grave", spiega il ministero nella nota. Si tratta di due donne di età inferiore ai 30 anni, residenti nello stato nord-orientale di Bahia. (Adnkronos)

Dopo la notifica dei primi casi in Italia del virus Oropouche (OROV) e l’allerta epidemiologica lanciata dall’Organizzazione Panamericana della Salute (PAHO) sull’identificazione di possibili casi di infezione fetale, Emanuele Nicastri – Direttore UOC Malattie Infettive ad Alta Intensità di Cura dell’INMI Lazzaro Spallanzani di Roma – ha trasmesso una nota alla Rete regionale di malattie infettive, di cui è coordinatore clinico, per richiamare l’attenzione sull’argomento. (RaiNews)

Si tratta di due donne di età inferiore ai 30 anni, residenti nello stato nord-orientale di Bahia. Al momento nel Paese sono 7.236 casi censiti. Altri Stati in cui sono stati registrati dei casi sono Bolivia, Perù, Cuba e Colombia, ma anche in Italia sono stati segnalati quest’anno 4 casi, tutti di importazione. (Sicilia Medica)

Sono quattro i casi finora identificati in Italia di virus Oropouche. Sarebbero tutti di importazione da Paesi del Sud-America, dove la Pan American Health Organization ha confermato 5193 casi in quattro regioni: Bolivia, Cuba, Perù e Brasile, quest’ultimo con il 93% dei casi. (TGLA7)