La forza delle madri conquista Torino
A vincere la 42esima edizione del Torino Film Festival, la prima diretta da Giulio Base, è Holy Rosita, il film del belga Wannes Destoop che mette al centro una maternità, quella di una ragazza emarginata e piena di debiti, che vuole diventare madre a tutti i costi. Il premio speciale della Giuria e il premio Fipresci della critica internazionale sono invece meritatamente andati a Vena, pellicola della tedesca Chiara Fleischhackerche racconta la storia di un'altra maternità: quella di una ragazza tossicodipendente che, per amore della nascitura, ma soprattutto di sé stessa, riesce a disintossicarsi, a differenza del marito che rimane invischiato negli acidi. (ilmessaggero.it)
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Al centro del film - sviluppato dal TorinoFilmLab, laboratorio audiovisivo organizzato dal Museo Nazionale del Cinema - il forte desiderio della maternità, ostacolato dalla famiglia e dalla società, di una giovane donna belga, Rosita (Daphne Agten), con il grave problema di sovrappeso. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Applausi al film di chiusura "Waltzing with Brando". Il direttore: "Tutti parlano di un successo, ne siamo felici" (TorinOggi.it)
Il Torino Film Festival di Giulio Base ha vinto la sua scommessa. I dati ufficiali arriveranno domani ma la sensazione è che la formula glamour proposta dal nuovo direttore, che ha tagliato film e sale per portare in città le stelle internazionali, abbia pagato. (La Repubblica)
Vena di Chiara Fleischhacker è stato presentato in concorso al Torino Film Festival, nella sezione Lungometraggi. Il tema della maternità emerge con forza, e s’impone tra le scene, tra le mille difficoltà affrontate dalla protagonista che, insieme al nuovo compagno Bolle, consuma abitualmente droga. (Taxidrivers.it)
«Non posso dimenticare la mia vera famiglia – ha aggiunto, a conclusione della serata, dopo le premiazioni ufficiali – che mi ha dato una grande mano, come mia moglie Tiziana e i miei figli». Da un lato c’è quella che il direttore ha definito «la mia famiglia torinese», composta da tutte le persone che hanno lavorato per il festival, inclusi i volontari, citati in più occasioni. (Corriere della Sera)
La trama Amore, fragilità, sentimento: sono questi gli ingredienti che James Gray torna a mettere sul fuoco dopo “Two Lovers”, stavolta però abbigliandoli del superbo vestito del kolossal, ambientando il suo “The Immigrant – C’era una volta a New York” nella sfarzosità post- Guerra. (Frosinone News)