Hunter Biden, dalle condanne per armi e tasse al perdono del presidente: la vita turbolenta tra alcol e cocaina del secondogenito di Joe
Joe Biden aveva promesso che non avrebbe offerto il perdono presidenziale al figlio Hunter, né che ne avrebbe commutato la sentenza: quella per aver dichiarato il falso al momento di acquistare una pistola era prevista per il 12 dicembre, quella per evasione fiscale quattro giorni più tardi. Hunter Biden sarebbe probabilmente finito in carcere, rischiava fino a 42 anni per i capi d’accusa per i quali era stato riconosciuto — o si era dichiarato — colpevole, anche se verosimilmente avrebbe ricevuto una sentenza molto più lieve. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altre testate
Biden ha motivato la sua decisione sostenendo che Hunter sia stato perseguito anche per motivi di natura politica. Colpo di coda di Joe Biden che ha annunciato la concessione della grazia per il figlio Hunter, impedendo che possa essere condannato al carcere per reati federali riguardanti tasse e armi da fuoco. (Secolo d'Italia)
Una vita, la sua, caratterizzata dall’uso di droga e alcol fino alla controversa attività finanziaria in cui avrebbe speso il nome del genitore per fare affari. Colpevole di evasione fiscale e di possesso illegale di un’arma, un revolver Colt, acquistata nel 2018 senza dichiarare la sua condizione di tossicodipendente nell’apposito questionario. (Il Fatto Quotidiano)
Ogni volta il presidente aveva risposto – o fatto rispondere dalla sua portavoce – negando categoricamente. Un classico che ricorda agli americani la sceneggiata di questa estate: quando la Casa Bianca descriveva un leader in ottima salute psicofisica e confermava la sua candidatura, fino al momento in cui… ricordiamo il seguito. (Corriere della Sera)
Un errore giudiziario da correggere: così, nella mente di Joe Biden, va letto il perdono che da presidente ha decretato per suo figlio Hunter, poche settimane prima di lasciare la Casa Bianca. (L'HuffPost)
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