Jannik Sinner, veleno della Davenport: "I soldi sono stati decisivi. Dietro le quinte..."

Dietro alle accuse del mondo del tennis contro Jannik Sinner per il caso doping-Clostebol ci sono, secondo Vincenzo Santopadre, "invidia e gelosia" dei colleghi dell'italiano, numero 1 del ranking Atp. Chissà se anche Lindsay Devenport rientra in questa categoria (e nel caso, a quale delle due). L'ex tennista americana, una che in carriera è stata in grado di vincere tre tornei del Slam, si accoda alle accuse e ai veleni dell'australiano Nick Kyrgios, il più agguerrito contro Sinner. (Liberoquotidiano.it)

Ne parlano anche altre fonti

"Bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro". Quello che si intuisce a un primo sguardo sui casi in cui l’Agenzia mondiale Antidoping ha deciso di fare ricorso al Tribunale arbitrale dello Sport è che solitamente avviene in situazioni particolarmente gravi e quindi a fronte di decisioni che a suo parere sono particolarmente ingiuste. (La Gazzetta dello Sport)

Jannik Sinner è da oggi totalmente prosciolto da ogni accusa di doping. (Corriere della Sera)

Il caso Clostebol e le ombre doping sull'azzurro, numero 1 del ranking Atp, continuano a dividere il mondo del tennis mondiale. Ma è stato davvero "graziato", Jannik Sinner. (Liberoquotidiano.it)

Wada e la verità segreta: “Sinner, doping escluso. Il ricorso non ci sarà”

La Wada, l’agenzia internazionale antidoping, ha ancora tempo per un eventuale ricorso al Tas di Losanna. La vicenda Clostebol non è ancora chiusa. (Giornale di Sicilia)

Con il trionfo a Flushing Meadows, primo italiano di sempre a vincere due Slam nella stessa stagione, Jannik Sinner è ancora di più nella storia del tennis. Il 23enne di San Candido con i punti incamerati con la vittoria del Major statunitense è sicuro di essere il numero 1 del ranking Atp fino al termine della stagione. (MilanLive.it)

«Ecco perché alla fine la Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, non farà ricorso contro Sinner ma si limiterà ad acquisire più documentazione possibile per far si che il caso del campione italiano non apra la strada a chi con i testosteronici si dopa davvero». (La Stampa)