“Flow”, il gattino che ci salva dai cambiamenti climatici. La recensione di Roberto Nepoti

Chi si ostina a pensare che il cartoon sia roba da minorenni ha un’ottima occasione per ricredersi: Flow. Un mondo da salvare, secondo lungometraggio del lettone Gints Zilbalodis. Intendiamoci: Flow va benissimo per i ragazzi (e andrebbe mostrato nelle scuole per il messaggio ecologico che veicola); ma non mancherà di sedurre gli adulti e farli trepidare come un suspenser con attori reali. Un g… (la Repubblica)

Ne parlano anche altre fonti

Suoni, rumori, versi: in questo film d’animazione non ci sono parole e non ci sono neanche persone. Il protagonista di questa storia è un gatto nero con due occhioni increduli che cercano qualcosa o qualcuno di familiare, senza però trovarlo. (Artribune)

“Non mi ricordo di un film grazie ad una battuta, mi ricordo di un film per la sua potenza visiva. Una combinazione pura di immagine e suono, è questa la potenza del cinema". Denis Villeneuve non aveva sicuramente visto Flow lo scorso febbraio quando parlava dell'esperienza cinematografica, eppure il valore delle sue parole riecheggia in ogni inquadratura dell’acclamato film d’animazione di Gints Zilbalodis, in uscita il 7 novembre nelle sale italiane. (BadTaste)

Come si è avvicinato al cinema? “Volevo fare film sin da piccolo ma mi sentivo limitato con il live action. La parola a Gints Zilbalodis, l’astro nascente dell’animazione europea. (cinematografo.it)

Flow. Un mondo da salvare, di Gints Zilbalodis

Ed è un’aura di mistero che avvolge il film d’animazione Flow – Un mondo da salvare (nelle sale dal 7 novembre con Teodora Film), presentato nella sezione Un Certain Regard all’ultimo Festival di Cannes, opera seconda del lettone Gints Zilbalodis, che aveva già sorpreso con Away (2019), da lui diretto a soli venticinque anni. (cinematografo.it)

Così si è messo a creare film animati da solo, con i suoi ritmi e le sue invenzioni. Il regista è un ragazzo lettone, Gints Zilbalodis, con budget limitato e troppo timido, dice, per dirigere una troupe e dire agli altri quel che devono fare. (la Repubblica)

Il lungometraggio animato del regista lettone mostra una magnifica cifra stilistica ed estetica nel creare un mondo costretto dalla catastrofe a ritrovare la poesia di vivere. (Sentieri Selvaggi)