Da oggi a Milano non si può più fumare all'aperto: che multa si rischia
Da mercoledì 1 gennaio non si può più fumare all'aperto a Milano. È questo il secondo step previsto dal Piano Aria e Clima approvato nel 2020 dal Consiglio Comunale ed entrato in vigore l'anno successivo con le prime aree off limits per i fumatori, come parchi, impianti sportivi e cimiteri. Con l'eccezione delle sigarette elettroniche, da oggi il divieto di fumo è esteso "a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico incluse le aree stradali", con l'eccezione di "luoghi isolati dove sia possibile il rispetto della distanza di almeno 10 metri da altre persone". (MilanoToday.it)
Ne parlano anche altre fonti
Il divieto di fumo all’aria aperta che scatterà dal primo gennaio riguarderà anche i dehors di bar e ristoranti. Si è deciso di considerare i tavolini davanti ai locali come suolo pubblico: chi fuma sorseggiando un drink seduto nel dehors estern… (La Repubblica)
Secondo il consigliere dei Verdi Carlo Monguzzi, la norma contro il fumo a Milano non servirà a ridurre l'inquinamento, nonostante faccia parte di un piano per abbattere le emissioni. (Fanpage.it)
A partire da oggi, 1° gennaio 2025, a Milano è vietato fumare all’aperto in tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico, incluse vie e strade, a meno che non si rispetti una distanza di almeno 10 metri da altre persone. (varesenews.it)
A Milano è vietato da oggi accendersi una sigaretta all’aperto, a meno che non ci si trovi ad almeno 10 metri da altre persone. Con l’eccezione delle sigarette elettroniche, da oggi il divieto di fumo è esteso “a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico incluse le aree stradali”, con l’eccezione di “luoghi isolati dove sia possibile il rispetto della distanza di almeno 10 metri da altre persone”. (Il Fatto Quotidiano)
Ecco tutto quello che il 2025 porterà in dono alla città. – Zone rosse, divieto di fumo esteso a tutta la città, ma anche due importanti progetti di rigenerazione urbana arrivati a compimento assieme a delle significative e attese novità sul fronte del trasporto pubblico. (IL GIORNO)
Con l’approvazione dell’ordine del giorno in questione, si impegna non solo la presidenza del consiglio comunale ad inviare l’atto al ministero del lavoro e delle politiche sociali, ma anche il sindaco a rappresentare, nelle sedi opportune, “la netta contrarietà alla chiusura del punto vendita di Metro Italia e chiedere che si faccia tutto il possibile per scongiurare ogni licenziamento e salvaguardare i diritti dei dipendenti coinvolti”. (La Città Flegrea)