Se il bersaglio è la mela buona
Abolire la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo sarebbe un clamoroso regalo alle mafie e a chi con queste fa affari. Diciamolo subito, in premessa. L’idea, rilanciata da importanti commentatori, si inserisce nella ridda di dichiarazioni che hanno fatto seguito alle indagini della Procura della Repubblica di Perugia sugli accessi abusivi alle banche dati degli uffici di via Giulia. E al dossieraggio inaccettabile. (Avvenire)
Ne parlano anche altre fonti
Il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, e il capo dell’ufficio di Perugia, lo hanno spiegato chiaramente nei due giorni tra commissione antimafia e Copasir: l’inchiesta sugli “spioni” è, prima di tutto, l’indagine sulla vulnerabilità della rete informatica che dovrebbe difendere i segreti giudiziari del nostro Paese. (la Repubblica)
Tra inchieste della magistratura in corso, audizioni parlamentari, strumentalizzazioni politiche di ogni genere, se si ha la responsabilità istituzionale di garantire la privacy in Italia, scrivere, rilasciare interviste o partecipare attivamente al dibattito pubblico su quanto accaduto presso – o, forse, meglio, a partire da – la Direzione Nazionale Antimafia, è inopportuno perché si corre, inevitabilmente, il rischio di essere tirati per la giacchetta da una parte o dall’altra, di perdere quella indispensabile terzietà e indipendenza dalle cose della politica e, soprattutto, di alimentare lo svilimento e la svalutazione del diritto alla privacy, già trascinato e strattonato in un agone politico chiassoso, polarizzato e polarizzante, più interessato a effimeri successi elettorali che alla reale affermazione e difesa di diritti e libertà. (L'HuffPost)
Il Gran Premio di Formula 1 in Arabia Saudita ha consentito a diverse personalità di spicco dello Sport e delle istituzioni di ritrovarsi per assistere alla gara e porre le basi per eventuali collaborazioni future. (Europa Calcio)
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato del caso dossieraggio, chiedendo al Parlamento di approvare nuove norme urgenti che possano evitare altri casi simili. I ministri Carlo Nordio e Guido Crosetto chiedono una commissione d’inchiesta parlamentare. (Virgilio Notizie)
Il professor Sabino Cassese (nella foto), giudice emerito della Corte Costituzionale e già ministro della Funzione pubblica, a tutto campo sullo scandalo «dossieraggio». Il giurista pone degli accenti precisi su quello che andrebbe fatto, sotto il profilo giuridico, per rendere la macchina statale più trasparente. (ilGiornale.it)
Ora c'è che l'indagine che sta portando avanti Cantone e l'idea di una commissione non deve depotenziarla , nè fermare il lavoro già iniziato da Copasir e Antimafia". La commissione di inchiesta sui dossieraggi "penso come Nordio che sia necessaria per ricostruire la credibilità delle istituzioni e per consentire al Parlamenti di lavorare sugli strumenti legislativi con cui impedire altri abusi in futuro. (Tiscali Notizie)