L’editoriale. Sacrificare la realtà e il corpo della donna sull’altare woke? C’è chi dice no

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Secolo d'Italia ESTERI

La lezione di vita di Angela Carini conferma la profezia di G.K. Chesterton: «Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate». Guantoni e ganci si sono incrociati, ieri, per “dimostrare” la realtà: ossia che non è possibile far competere su un ring di pugilato una donna con un’atleta intersessuale o transgender che sia. A meno di non sacrificare la realtà, dunque il corpo della donna, sull’altare della crociata woke. (Secolo d'Italia)

Se ne è parlato anche su altre testate

Per questo non sorprende il silenzio di Joe Biden e Kamala Harris di fronte al caso Imane Khelif, la pugile algerina intersex che ha superato l’italiana Angela Carini dopo pochi secondi di match a causa della notevole disparità di forze in campo. (il Giornale)

Khelif era stata già esclusa dai Mondiali 2023 perché secondo i test del DNA dell’International Boxing Association (che però non è riconosciuta dal Comitato olimpico internazionale) aveva i cromosomi XY, tipicamente maschili. (Corriere del Ticino)

Ma andiamo per ordine. Come tutti abbiamo visto, i Giochi non passeranno alla storia per fattori positivi, a partire dalla cerimonia inaugurale: dalla rivisitazione (smentita per convenienza) dell’Ultima cena al trionfo del mondo Lgbt-woke, un disastro senza precedenti. (il Giornale)

Caro Direttore Feltri, Simone Villa (il Giornale)

Quello che sta accadendo alle Olimpiadi di Parigi è una vergogna di proporzioni inaccettabili, una deviazione pericolosa dai principi di equità e giustizia che dovrebbero governare le competizioni sportive. (Valledaostaglocal.it)