Marzabotto, il toccante discorso in italiano di Steinmeier: "Provo dolore e vergogna. A nome del mio Paese vi chiedo perdono"

"Oggi sono qui davanti a voi come presidente federale tedesco e provo solo dolore e vergogna. Mi inchino dinnanzi ai morti e a nome del mio Paese vi chiedo perdono". È uno dei passaggi più emozionanti del discorso, in italiano, di Frank-Walter Steinmeier, a Marzabotto, in occasione della commemorazione dell'80esimo anniversario dell'eccidio di Monte Sole. Prima di lui aveva parlato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (la Repubblica)

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La cerimonia per l’ottantesimo anniversario della strage ha visto la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente della Repubblica tedesco Frank-Walter Steinmeier. A Marzabotto, in Emila, tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944, i nazisti in ritirata fecero terra bruciata e uccisero 800 tra bambini, donne e uomini innocenti. (intoscana)

Il memoriale della strage nel parco storico di Monte Sole (Bologna) A ottant’anni dall’eccidio esce con il quotidiano un saggio di Marco De Paolis e Paolo Pezzino. Nel rastrellamento di Monte Sole vennero uccise 770 persone innocenti: un’azione pianificata ed eseguita dai «soldati politici» delle Waffen SS (Corriere della Sera)

Sarà dedicato a Franz Kafka il primo appuntamento della manifestazione, con la presentazione del libro “Un medico di campagna” (Mondadori, 2023) a cura di Luca Crescenzi, in dialogo con lo scrittore Guido Conti. (SARdies.it)

Marzabotto, l’inchino alle vittime ci riguarda

BOLOGNA – Fa discutere il modo in cui la Camera dei Deputati racconta la strage di Marzabotto. (La Repubblica)

Elide Ruggeri fu l’unica ad essere trovata viva e ad essere risparmiata dai soldati tedeschi. Saranno anche passati ottanta anni, ma il ricordo delle storie legate all’eccidio di Monte Sole è ancora molto vivo e sebbene ci fosse già stata la visita di un capo di stato tedesco il timore che non tutti fossero così propensi alla riconciliazione era fondato. (il Resto del Carlino)

«Mi inchino dinnanzi ai morti. A nome del mio Paese, oggi vi chiedo perdono», ha detto Steinmeier, spezzando un silenzio che ancora, a distanza di ottant’anni, brucia sulla pelle dei familiari delle vittime. (L'Eco di Bergamo)