Le mani della mafia sul turismo trentino, 150 aziende a rischio
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Condividi questo articolo Pubblicità Sarebbe pari a 3,3 miliardi di euro, il giro d’affari della criminalità organizzata italiana derivante dall’infiltrazione nell’economia legale del settore turistico del Belpaese di cui quasi 1,5 miliardi di euro, pari a poco meno della metà del totale, concentrato nelle realtà del Nord. Un’attività sempre più pervasiva di controllo del territorio che metterebbe a rischio quasi 7mila imprese attive pari al 14,2 per cento su un totale di oltre 48mila realtà a “rischio default”, maggiormente fiaccate da crisi di liquidità e indebitamento e, dunque, più vulnerabili al “welfare criminale” delle mafie che dispongono, al contrario, di ingenti risorse finanziarie pronte per essere “ripulite”. (la VOCE del TRENTINO)
Se ne è parlato anche su altre testate
Emerge da uno studio realizzato da Demoskopika che l'ANSA pubblica in anteprima e che ha stimato l'attività di welfare criminale delle mafie sul turismo elaborando dati rilevati elaborando dati ufficiali o da fonti autorevoli. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni italiane a più basso rischio d’infiltrazione mafiosa nel settore del turismo; meglio fanno solo il Trentino Alto Adige, l’Umbria e la Basilicata. (Telefriuli)
Il giro d’affari generato da proventi illegali nel turismo italiano è quantificabile in 2.465 milioni di euro, di cui 230 milioni riguardano l’Emilia-Romagna. L’Emilia-Romagna è uno dei nove sistemi turistici regionali a presentare i rischi più elevati di infiltrazione criminale nel tessuto economico. (AltaRimini)
È pari a 125 milioni, in Calabria, il giro d'affari della criminalità organizzata derivante dall'infiltrazione nell'economia legale del settore turistico. (Il Vibonese)
Le regioni più a rischio sono Campania, Lombardia e Lazio. Il rischio di infiltrazioni con le Olimpiadi Milano-Cortina e il Giubileo aumenta. Roma – Sarebbe pari a 3,3 miliardi di euro, il giro d’affari della criminalità organizzata italiana derivante (Il Giornale Popolare)
Emerge dallo studio di Demoskopika che l'ANSA pubblica in anteprima e che ha misurato il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata sulla base di alcuni indicatori ritenuti "sensibili" ai fini della ricerca: imprese turistiche (alberghi e ristoranti) confiscate alla criminalità organizzata, segnalazioni di operazioni finanziarie sospette comprendenti anche le Sos attinenti alla criminalità mafiosa, numero delle richieste di avvio di istruttorie antimafia connesse al Pnrr, provvedimenti interdittivi antimafia emessi dagli uffici territoriali del governo. (Il Lametino)