Milano, aperta la camera ardente per rendere omaggio a Carlo Smuraglia
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Dalla fine degli anni Ottanta fino al 1990 fu membro del Csm e fino al 2001, senatore per il Pds-Ds
L’ex combattente era nato nel lontano 1923 ad Ancona e avrebbe compiuto 99 anni ad agosto.
Anche dopo aver terminato la carica, l’ex partigiano era diventato presidente onorario fino alla sua morte.
Fino al 2017 è stato avvocato ma anche presidente nazionale dell’Associazione partigiani, l’Anpi.
È aperta dal 9 di questa mattina la camera ardente di Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi ed ex partigiano morto il 30 maggio. (Nanopress)
Su altre testate
Una deriva dolorosa per chi, come Smuraglia, aveva guidato l'Anpi fino al 2017 e conosceva sulla propria carne il prezzo pagato da chi «deve resistere contro la violenza e la prepotenza» di un invasore. (ilGiornale.it)
E poi l’impegno nell’Anpi e il lavoro fatto fianco a fianco con storici e ricercatori. Gli studi alla Normale, la formazione di una coscienza antifascista e la scelta di unirsi alla Resistenza invece di rispondere alla chiamata alle armi della Repubblica Sociale di Mussolini. (Il Fatto Quotidiano)
"Con Carlo Smuraglia scompare una delle ultime figure del movimento partigiano che concorse alla fondazione della Repubblica e a vivificarne la democrazia. Pubblicità (La Sicilia)
a scomparsa di Carlo Smuraglia, presidente emerito dell’Anpi (associazione nazionale partigiani italiani) morto ieri all’età di quasi 99 anni (che avrebbe compiuti il 12 agosto), colpisce anche Santa Croce. (LA NAZIONE)
Una cerimonia, con il suono del Silenzio e la deposizione di una corona della Città e di una composizione floreale della Juventus, in memoria delle due donne che persero la vita in seguito al panico che si scatenò nella piazza, Erika Pioletti e Marisa Amato. (LaPresse)
"Mi spiace tantissimo di non poter essere presente all'ultimo saluto a Carlo, sono ancora malato e devo rimanere chiuso in casa E' iniziato così, nella sede del Comune di Milano, l'ultimo saluto a Carlo Smuraglia (La Repubblica)