Israele rientra a Gaza, Netanyahu: «Pronti a tutto»
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Le truppe israeliane hanno ripreso il controllo del corridoio Netzarim e della frontiera sud della Striscia di Gaza, segnando un nuovo capitolo nell’escalation militare che, dopo i pesanti bombardamenti della notte tra lunedì e martedì, vede ora anche l’impiego di forze di terra. Il governo di Benjamin Netanyahu non nasconde le sue intenzioni: la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e lo smantellamento definitivo del gruppo militante palestinese sono gli obiettivi dichiarati, perseguiti senza esitazione. «Siamo pronti a tutto, anche in Cisgiordania», ha affermato il premier, sottolineando la determinazione a proseguire un’offensiva che, nonostante le pressioni internazionali, non accenna a fermarsi.
Intanto, a Deir El Balah, nella Striscia centrale, due dipendenti delle Nazioni Unite hanno perso la vita in un edificio dell’ONU. La notizia, inizialmente diffusa da Hamas, è stata confermata da fonti delle Nazioni Unite, mentre l’esercito israeliano nega ogni coinvolgimento. Le vittime, che lavoravano per l’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi di progetto (Unops) e per il Mine Action Service (Unmas), rappresentano un ulteriore tassello in un conflitto che continua a mietere vittime anche tra chi opera per la pace.
A Gerusalemme, intanto, cresce la tensione interna. Migliaia di manifestanti hanno marciato vicino alla residenza di Netanyahu, unendosi a quelli già scesi in piazza a Tel Aviv e davanti alla Knesset. Le proteste, che chiedono la fine delle operazioni militari e criticano apertamente la gestione del governo, riflettono un malcontento diffuso, alimentato anche dalle dichiarazioni del premier, considerate da molti come un’escalation pericolosa.
Sul fronte politico italiano, Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha accusato la premier Giorgia Meloni di mantenere un silenzio assordante di fronte agli ultimi sviluppi. «Non abbiamo sentito la sua voce condannare la rottura della tregua a Gaza», ha dichiarato Schlein durante un intervento alla Camera, sottolineando come i fatti di Gaza rappresentino una svolta epocale nella geopolitica internazionale, che richiederebbe una presa di posizione chiara.