Cold case della cascina Spiotta: chi sono Curcio, Moretti e Azzolini. Gli ex brigatisti a processo tra uccisioni, ergastoli e accuse di essere spioni

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Corriere Milano INTERNO

Ancora loro. Sempre loro. Curcio Renato da Monterotondo in provincia di Roma, la cittadina eroica per la resistenza contro i nazifascisti, di anni 83 (è classe 1941 del mese di settembre) e Moretti Mario da Porto San Giorgio, sull’Adriatico in provincia di Fermo, di anni 79 (è classe 1946 del mese di gennaio). Tre elementi in comune: terroristi, sono stati fra i fondatori delle Brigate Rosse; mai si sono dissociati né pentiti; dopodiché martedì 11 marzo sono attesi in Corte d’Assise ad Alessandria alla seconda udienza per il processo sul cold case delle stesse Br, ovvero l’uccisione del maresciallo Giovanni D’Alfonso il 5 giugno 1975, quasi cinquant’anni fa, nella furibonda sparatoria alla cascina Spiotta in località Arzello, frazione del piccolo paese Melazzo. (Corriere Milano)

Ne parlano anche altre testate

Era stato prosciolto in istruttoria nel 1987, ma quel provvedimento era stato revocato dopo le nuove indagini sulla sparatoria di Cascina Spiotta (5 giugno 1975, Alessandria) quando a terra uccisi rimasero un appuntato dei carabinieri Giovanni D’Alfonso e Mara Cagol, moglie di Renato Curcio. (Il Fatto Quotidiano)

È l’unico ad essere stato finora condannato per quel rapimento, e compare nella lista dei testimoni della Procura per rispondere “in merito al sequestro di Vittorio Vallarino Gancia, ai partecipanti e all’identità dei “carcerieri“ del rapito”. (IL GIORNO)

Quarantotto anni dopo, l’ex brigatista rosso Lauro Azzolini entra di nuovo nell’inchiesta sul sequestro dell’allora re dello spumante, Vittorio Vallarino Gancia. Ci torna come indagato, non per il sequestro, ma per quel che accadde il giorno dopo il «primo rapimento politico» delle Br: l’uccisione dell’appuntato dei carabinieri Giovanni d’Alfonso, il ferimento in modo gravissimo dell’allora tenente dell’Arma Umberto Rocca. (La Stampa)

A cinquant'anni di distanza, ha un nome il brigatista rosso che riuscì a scappare dalla cascina dove si era appena consumato una delle prime, sanguinose tragedie degli anni di piombo. (il Giornale)