Il messaggio di Giuli: “Un ministro deve avere margini di indipendenza”. Il dirigente del Mic Merlino: “Io uomo delle trame? No, sono leale”
“Anche un ministro deve avere dei margini riconoscibili di indipendenza“. Torna a parlare in pubblico, in un’intervista con domanda e risposta a Radio3, il ministro della Cultura Alessandro Giuli. Sono stati giorni di grande difficoltà dopo le dimissioni del suo capo di gabinetto Francesco Spano un po’ per i presunti conflitti d’interesse sollevati dalla puntata di Report che sarà in onda stasera un po’ per le pressioni dall’interno di Fratelli d’Italia che si sono trasformate anche in una sagra dell’insulto in qualche occasione più privata (“pederasta” ha scritto un dirigente romano su una chat). (Il Fatto Quotidiano)
Ne parlano anche altri giornali
Il titolare della Cultura a Rai Radio3: «Un ministro esprime nelle vesti istituzionali tutti gli intellettuali, che lo vogliano o no, anche Scurati o Saviano» (Open)
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli torna a parlare dopo la bufera che lo ha travolto, a partire dalle dimissioni del suo capo di gabinetto Francesco Spano, fresco di nomina. “Un ministro deve avere dei margini riconoscibili di indipendenza, soprattutto nella misura in cui, io sono ministro anche per Saviano, per Scurati, si fa espressione di un governo il cui partito principale ha il 30%, in quel 30% deve esserci lo spazio per una destra progressiva, non reazionaria, e che non guarda al passato. (LAPRESSE)
ROMA – È guerra aperta tra due filosofi, uno fatto e uno in fieri: da un lato Diego Fusaro, laureato in Filosofia della Storia e di X, dall’altra il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, quasi laureato in Filosofia (se tutto va bene dovrebbe ottenere l’alloro a gennaio). (Lercio)
"Anche un ministro deve avere dei margini riconoscibili di indipendenza, soprattutto nella misura in cui esprime, seppure nelle vesti istituzionali, tutti gli intellettuali -che lo vogliano o no anche Scurati o Saviano- ma nella misura in cui si fa espressione di un governo il cui partito di maggioranza ha il 30% deve esserci spazio per una destra progressiva, non reazionaria, allergica a qualsiasi lacerto di nostalgia, perché in quel 30%, per fortuna dico io, c’è una maggioranza che deve riconoscersi nella Costituzione, ed è la linea invalicabile. (Civonline)
Il professor Franco Cardini è uno storico e un saggista. È stato iscritto al Movimento Sociale Italiano dal 1953 al 1965. E quindi nessuno può tacciarlo di sinistrismo. In un’intervista a La Stampa oggi spiega che ha letto il curriculum del nuovo ministro della cultura del governo Meloni. (Open)
Sotto pressione dal suo stesso partito accetta le dimissioni del suo nuovo capo di gabinetto. Tra parole, movenze e gesti ormai virali nasce il (poco comprensibile) Giuli pensiero. (la Repubblica)