Ue, leader maggioranza negoziano nuovo Patto di coalizione

Ue, leader maggioranza negoziano nuovo Patto di coalizione 20 novembre 2024 Bruxelles, 20 nov. - Riprendono i negoziati per la nuova Commissione europea. I leader delle tre forze di maggioranza lavorano a nuovo Patto di coalizione che definisca il perimetro dei gruppi che esprimono la Commissione von der Leyen bis. I presidenti di popolari, socialisti e liberali ripartono dalle linee programmatiche illustrate da Ursula von der Leyen in plenaria a luglio. (Il Sole 24 ORE)

Ne parlano anche altre fonti

C'è una piccola svolta sul fronte delle nomine europee per la Commissione Von der Leyen. Lo segnalano fonti governative al quotidiano spagnolo (Secolo d'Italia)

A BRUXELLES il muro contro muro tra popolari e socialisti, impegnati in progetti strategici opposti e confliggenti, ha paralizza tutto e mette a fortissimo rischio la sorte della Commissione. (il manifesto)

L'accordo per la nomina dei sei vicepresidenti esecutivi designati della prossima Commissione Europea è ormai fatto. Il risultato raggiunto lascia dunque una scia di spaccature in seno alla maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen, ma dovrebbe consentire al Parlamento Europeo di votare in plenaria l'intero collegio, mercoledì prossimo a Strasburgo. (Tiscali Notizie)

Ursula in crisi, asse a destra nella Ue

Raffaele Fitto è stato intervistato dal Giornale d'Italia per parlare della sua nomina a vicepresidente Commissione Ue, avvenuta nella tarda serata di ieri dopo che erano sopraggiunti degli attriti che facevano pensare ad altro. (Il Giornale d'Italia)

I recenti attacchi alla candidata socialista Teresa Ribera sono emblematici di una nuova fase: l’aggressività verbale, già conosciuta nei circoli dell’estrema destra, si manifesta anche tra i Popolari, soprattutto sotto la guida del capogruppo Manfred Weber. (LA NOTIZIA)

Ma accuse reciproche (in larga parte strumentali) rischiano davvero di far saltare il varo. Ieri il Ppe ha votato assieme a Patrioti, Conservatori e ultradestra per regole meno rigorose sul contrasto alla deforestazione, posticipate di due anni. (il Giornale)