L’orribile leggina in Manovra: lo Stato entra nelle imprese private

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Nicola Porro ECONOMIA

Egregio Dott. Porro, le faccio una semplice domanda: in questo paese la libera impresa sancita dall’art.41 della Costituzione esiste sempre o il modello Cina, Corea è sempre più pregnante? Purtroppo per professione sono sempre alle prese con norme spesso e volentieri emanate di pancia, senza costrutto alcuno e che nella migliore delle ipotesi non servono a niente, nella peggiore producono danni incalcolabili. (Nicola Porro)

Ne parlano anche altri media

Antonio Tajani non ci gira troppo attorno e la mette giù dura. La norma in questione è quella che obbliga tutte le imprese, pubbliche o private, che accedono a contributi pubblici in maniera diretta o indiretta, di aprire i loro collegi sindacali ad un funzionario del Tesoro. (ilmessaggero.it)

Più cautamente la norma somiglia a certe pratiche in voga in Cina o nei paesi nordafricani, dove il sì agli investimenti delle aziende straniere passa dall’imposizione di rappresentanti del governo negli organi societari. (La Stampa)

Ultim'ora news 2 novembre ore 20 (Milano Finanza)

Si tratta forse dell’ennesima ammissione di questo Stato di non essere in grado di controllare (il riferimento è alla norma sull’antiriciclaggio!). Gentile Redazione, (Eutekne.info)

Come previsto dalla nuova Legge di Bilancio 2025, il MEF imporrà la presenza di un suo rappresentante negli organi di controllo delle aziende pubbliche o private beneficiarie di contributi statali. A partire dal nuovo anno, enti e imprese che riceveranno contributi dallo Stato di grossa portata saranno soggette a controlli specifici, al fine di potenziare la supervisione sull’uso dei fondi pubblici erogati. (PMI.it)

Ma per il concordato preventivo biennale, lo strumento messo in campo dal governo per incassare almeno 2 miliardi di euro da destinare al taglio dell’Irpef, già si profila un “secondo tempo” dopo la scadenza del 31 ottobre. (QUOTIDIANO NAZIONALE)