I numeri e quel che i numeri non dicono: Jannik Sinner e l'analisi di un trionfo
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Bisogna possedere un ricco vocabolario per non essere banali quando si parla di Jannik Sinner. Il numero uno del tennis mondiale è passato dallo stato di campione a quello di fenomeno, dalle vittorie ai record. E ormai definirlo sorprendente, stratosferico, mirabolante, sublime rientra già nel solco dell'abitudine. L'abitudine alla straordinarietà non è un ossimoro, ma è il modo di essere di questo campione che viene dalle montagne e come loro disegna panorami che si stagliano contro il cielo. (ciociariaoggi.it)
Ne parlano anche altre fonti
Roberto Tortora 28 gennaio 2025 (Liberoquotidiano.it)
DALLA NOSTRA INVIATAMELBOURNE- È più intenso il dolore di una sconfitta o la gioia per una vittoria, Jannik? Riflette un attimo, come di fronte a tutte le domande che non implichino una replica automatica e interiorizzata, tipo certe risposte terra-aria riservate a Sasha Zverev nella notte di Melbourne in cui Jannik Sinner è sembrato gigantesco (ieri vincitore e sconfitto hanno volato insieme dall’Australia a Dubai). (Corriere della Sera)
"L'obiettivo è diventare un tennista all around, non uno specialista del cemento - spiega in un'intervista al Corriere della Sera -. Voglio diventare un tennista completo, non bravo su una sola superficie. (Sport Mediaset)
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(foto Facebook - Australian Open) TRENTO. Il numero 1 del tennis, ma anche il re del palinsesto: è uno Jannik Sinner pigliatutto capace non solo di continuare a vincere sul campo, ma anche di stravolgere gli equilibri televisivi delle reti nazionali. (il Dolomiti)
Tony Godsick, manager e socio di Roger Federer, creatore insieme al Genio di Basilea della Laver Cup, insomma uno degli uomini più potenti del tennis, nel giorno del trionfo di Jannik Sinner agli Australian Open si godeva il compleanno dalla terrazza del ristorante giocatori della Rod Laver Arena. (La Stampa)
In realtà la freschissima vittoria agli Australian Open di Jannik Sinner c’impone di mettere da parte pure la sana scaramanzia all’italiana e pronunciare: ’ Slam’. Guai nominarlo, che neppure ci passi per la testa. (Quotidiano Sportivo)