Umbria, sanità in chiaroscuro: «Bene il personale ma molti rinunciano alle cure»

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umbriaON SALUTE

Di Giovanni Cardarello Molto bene il lavoro, e i numeri, del personale sanitario, male gli indicatori sulla rinuncia alla cure e sul ricorso alla migrazione sanitaria. Si potrebbe riassumere con questi estremi la fotografia della sanità dell’Umbria scattata dal Gimbe, l’autorevole fondazione di diritto privato costituita dall’associazione ‘Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze’. Fondazione che giovedì ha presentato presso la sala Capitolare del Senato della Repubblica il 6° ‘Rapporto sul servizio sanitario nazionale’. (umbriaON)

Ne parlano anche altre fonti

11 OTT di Alessandro Giustini (Quotidiano Sanità)

Più ombre che luci nel rapporto Gimbe sullo stato della Sanità in Umbria. (LA NAZIONE)

Il punto è tutto in quel numero “monstre”: 26mila molisani che rinunciano a curarsi. “Un dato drammatico che deve vedere tutta la politica – rimarca Andrea Greco -; il primo atto di questa legislatura è stato proprio in questa direzione. (Primonumero)

Il dramma nella sanità piemontese: una famiglia su dieci rinuncia a curarsi

«In Molise si rinuncia alle cure perché il sistema sanitario non funziona» «Mentre scrivo questo post, mentre leggete queste parole, ci sono molisani che rinunciano alle cure. Molisani che muoiono perché non trovano le risposte che cercano nel nostro sistema sanitario pubblico, perché non possono permettersi di pagare centinaia, migliaia di euro per rivolgersi al privato. (Termoli Online)

Gap di 52 miliardi della spesa per la salute con i paesi Ue. E Il Piano di bilancio del governo la riduce rispetto al Pil Sanità pubblica sempre più in crisi. Un divario della spesa sanitaria pubblica pro capite di 889 euro rispetto alla media dei paesi Ocse membri dell’Ue, con un gap complessivo che sfiora i 52,4 miliardi; la crisi motivazionale del personale che abbandona il Ssn. (LA NOTIZIA)

Nella disastrosa fotografia della sanità nazionale che emerge dal rapporto annuale della Fondazione Gimbe, presentato ieri a Roma, c’è spazio anche per il Piemonte. Con alcuni dati che fanno riflettere. (La Repubblica)