Umbria, sanità in chiaroscuro: «Bene il personale ma molti rinunciano alle cure»

Di Giovanni Cardarello Molto bene il lavoro, e i numeri, del personale sanitario, male gli indicatori sulla rinuncia alla cure e sul ricorso alla migrazione sanitaria. Si potrebbe riassumere con questi estremi la fotografia della sanità dell’Umbria scattata dal Gimbe, l’autorevole fondazione di diritto privato costituita dall’associazione ‘Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze’. Fondazione che giovedì ha presentato presso la sala Capitolare del Senato della Repubblica il 6° ‘Rapporto sul servizio sanitario nazionale’. (umbriaON)

Ne parlano anche altre fonti

11 OTT di Alessandro Giustini (Quotidiano Sanità)

Più ombre che luci nel rapporto Gimbe sullo stato della Sanità in Umbria. (LA NAZIONE)

La segretaria regionale della Uil Molise, Tecla Boccardo, ha lanciato un nuovo allarme sulla situazione del sistema sanitario regionale, esprimendo serie preoccupazioni riguardo alla sua sostenibilità. (Primonumero)

Il dramma nella sanità piemontese: una famiglia su dieci rinuncia a curarsi

E ancora: il boom della spesa a carico delle famiglie (+10,3%); quasi 4,5 milioni di persone che nel 2023 hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni per motivi economici; le inaccettabili diseguaglianze regionali e territoriali; la migrazione sanitaria e i disagi quotidiani sui tempi di attesa e sui pronto soccorso affollati. (LA NOTIZIA)

“Il ridotto finanziamento previsto nella legge di Bilancio accompagnato ai tagli del Piano di rientro ci preoccupano fortemente per la garanzia di un sistema sanitario a tutela della salute dei molisani" (Il Quotidiano del Molse)

Nella disastrosa fotografia della sanità nazionale che emerge dal rapporto annuale della Fondazione Gimbe, presentato ieri a Roma, c’è spazio anche per il Piemonte. Con alcuni dati che fanno riflettere. (La Repubblica)