Mosca sposta le truppe davanti alle coste italiane
Andrea Morigi 22 dicembre 2024 L’Africa Corps, erede della famigerata Wagner, si proietta sul Mediterraneo. Reparti e armamenti russi sono già stati trasferiti dalla Siria - ma anche dalla Bielorussia - alla Libia, cioè a meno di 700 chilometri di distanza in linea d’aria dall’Italia, proprio sul fianco Sud della Nato. È sufficiente a far preoccupare il Pentagono, o almeno la rivista dell’accademia militare di Westpoint, CTC Sentinel, che nel suo ultimo numero riferisce di seimila tonnellate di equipaggiamento militare arrivate a Tobruk dalla base navale siriana di Tartus (Liberoquotidiano.it)
Ne parlano anche altri media
I movimenti russi in Libia riportano il Paese al centro delle attenzioni della Nato e, soprattutto, dell’Italia. (Il Fatto Quotidiano)
Libia, da Bashar ad Haftar: risiko russo nel Mediterraneo Con l'agenzia Dire ne parla Jalel Harchaoui, analista esperto di Libia del Royal United Services Institute (Rusi). Al centro dell'intervista, questioni geopolitiche, militari e di sicurezza (Dire)
Compresi soldati e batterie di missili S-300 e S-400 (Panorama)
L'evacuazione russa dalle basi siriane è cominciata, si tratterebbe di quattro navi speciali che stanno attraversando il mar Mediterraneo, dirette verso il porto di Tartus, a Latakia. La sfida prettamente logistica sarà quella di portare i blindati, i camion e i cannoni in Russia attraverso l'Atlantico, essendo lo Stretto del Bosforo di Istanbul vietato al naviglio militare. (Il Giornale d'Italia)
Sulla Russia "dobbiamo capire che la minaccia è molto più grande di quanto immaginiamo, riguarda la nostra democrazia, la strumentalizzazione dell'immigrazione o quanto sta succedendo in Africa. C’è, in queste dichiarazioni rilasciate dalla premier Giorgia Meloni al termine del primo vertice Nord-Sud a Saariselka (nella Lapponia finlandese), tutta la preoccupazione del governo italiano per le informazioni emerse negli ultimi giorni riguardo al trasferimento, da parte di Mosca, di uomini e armi dalle basi siriane all’aeroporto libico di Al Jufra. (L'HuffPost)
Tra la Libia orientale in mano al generale Haftar e la Siria di Assad c’era e ancor più oggi c’è un canale aperto. C’è grande allarme negli apparati italiani più sensibili al quadro geopolitico. (La Stampa)