Juventus, lo striscione della curva per Pizzul: “Ciao Bruno”

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
SPORT

Nella cornice del big match tra Juventus e Atalanta, i tifosi bianconeri hanno voluto rendere omaggio a Bruno Pizzul, storico giornalista friulano scomparso lo scorso 5 marzo all’età di 86 anni. Un lungo striscione, appeso alla balaustra della curva, recitava: “Tu, voce della speranza in quella tragica notte. Ciao Bruno”. Una frase che, oltre a celebrare la carriera di una delle voci più iconiche del calcio italiano, rimanda a uno dei momenti più drammatici della storia dello sport: la tragedia dell’Heysel, avvenuta il 29 maggio 1985, quando Pizzul, con la sua narrazione pacata e umana, riuscì a dare un barlume di conforto in una serata segnata dal dolore.

Bruno Pizzul, con il suo timbro inconfondibile e uno stile narrativo che ha influenzato generazioni di telecronisti, è stato per decenni il narratore delle gesta della nazionale italiana e di numerosi club, sia in campionato che nelle competizioni europee. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto non solo tra gli appassionati di calcio, ma anche tra chi, pur non essendo tifoso, ne apprezzava la professionalità e l’umanità. Il weekend di campionato è stato l’occasione per ricordarlo, con tributi che hanno attraversato gli stadi, i giornali, i siti web e i social media.

Tuttavia, non tutti hanno colto l’opportunità di rendergli omaggio. Se da un lato i tifosi e i media hanno celebrato la sua figura, dall’altro è mancato un gesto ufficiale da parte della Lega di Serie A. Nessun minuto di silenzio, nessun riconoscimento pubblico. Una scelta che ha sollevato più di un interrogativo, soprattutto considerando il ruolo che Pizzul ha avuto nel raccontare e promuovere il calcio italiano. La motivazione addotta è che non sia prassi ricordare un giornalista, per quanto illustre. Ma, come sottolineato da molti osservatori, a volte le prassi andrebbero superate, soprattutto quando si tratta di riconoscere l’impatto di una figura che ha dato tanto al mondo dello sport.

La mancanza di un tributo ufficiale ha suscitato un certo malumore, alimentando riflessioni su quanto spesso il calcio, e non solo, tenda a dimenticare chi ne ha costruito la storia. Pizzul, con la sua ironia e la sua saggezza, avrebbe probabilmente sorriso di fronte a questa dimenticanza, consapevole di come il mondo del pallone sia spesso ingrato e distratto. Ma questo non giustifica l’assenza di un gesto che avrebbe rappresentato non solo un atto di civiltà, ma anche un riconoscimento della grandezza di un uomo che ha fatto del calcio la sua vita.