L'1,7% del PIL europeo è investito nella difesa. Gli americani restano leader con 866 miliardi di dollari.
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Gli investimenti dei Paesi Ue aderenti alla NATO nella difesa sono stati nel 2023 circa 390 miliardi di euro, pari all’1,78% del PIL, mentre il 18% di tali risorse è impiegata in modo “collaborativo” fra Stati membri. Queste alcune delle evidenze che emergono dallo studio “Peace through security: the strategic role of digital technologies”, realizzato da TEHA Group, in collaborazione con Leonardo. Risorse decisamente non all’altezza degli Stati Uniti d’America che per la difesa hanno speso, nello stesso periodo, la bellezza di 866 miliardi di dollari (3,2% del PIL). (Sardegnagol)
Su altre testate
Nel presentare il suo rapporto sull’economia europea, Mario Draghi, in estrema sintesi, traccia un futuro a tinte fosche sull’Europa mettendo in risalto che la stessa esistenza del nostro continente è a rischio. (flp scuola foggia)
Per esempio, 800 miliardi l’anno d’investimenti. Voce dal sen fuggita più ritirar non vale… è ormai quello che Mario Draghi ha detto è stato detto, e non in un luogo qualsiasi, né Draghi è uno qualsiasi. (Secolo d'Italia)
L’Europa, ahimè!, perennemente incompiuta di Spinelli e Schumann si realizzerà dunque attra… Son troppe le cose che si intravedono in filigrana rispetto a quelle che si vedono di acchito. (La Stampa)
Parla anche di Pfas il rapporto sulla competitività dell’Unione europea firmato dall’ex primo ministro italiano ed ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. (Vita)
Non basta spendere di più, bisogna anche spendere meglio. La ricetta del rapporto di Mario Draghi per aumentare la sicurezza dell’Europa parte dall’assunto che la spesa pubblica per l’acquisto di armi e per l’apparato militare è «insufficiente nell’attuale contesto geopolitico» e che occorre un maggior coordinamento nella spesa. (Il Sole 24 ORE)
Due eventi di assoluta rilevanza geopolitica perché relativi il primo al destino dell’Europa, al bivio tra rilancio e declino, il secondo alla guida del Paese più potente del mondo dal punto di vista economico e militare, ancora una volta al crocevia tra l’isolazionismo dell’America first di Trump e l’internazionalismo della Harris. (Tuttoscuola)