Articolo - Canone Rai, strumento per la propaganda dei partiti

Promesse elettorali e mercato pubblicitario. La propaganda dei partiti a spese dei contribuenti DONA ORA La diatriba in corso sull’aumento del canone Rai dagli attuali 70 a 90, non è una cosa marginale della politica, ma lo specchio di come è gestita e programmata la stessa politica.La legge di bilancio prevede l’aumento.Il partito Lega si oppone perchè sarebbe un colpo alle promesse elettorali (quasi sempre disattese) di decenni contro il canone, promesse elettorali fuffa e a danno dei consumatori, perché la Rai, se non incassa soldi dal canone (imposta diretta) li incasserebbe comunque dalla fiscalità cosiddetta generale (imposte indirette), facendo pagare anche chi non possiede un tv. (Aduc)

La notizia riportata su altre testate

A dar fuoco alle polveri, infatti, ci pensa il portavoce nazionale azzurro, Raffaele Nevi (classe '73 da Terni, una lunga gavetta politica nella sua Umbria prima dell'approdo in Parlamento nel 2018), uno dei fedelissimi di Antonio Tajani, che prima invita l'alleato Matteo Salvini a ''darsi una calmata'' per poi lanciare l'affondo: ''Salvini fa un po' il paraculetto e dice che nel programma c'è anche la riduzione del canone Rai... (Adnkronos)

Sul taglio o meno del canone televisivo è suonato più inutile che sconveniente consultare l'oracolo di Arcore. Salvini dice che in extremis Berlusconi era favorevole, Tajani dice che no, c'era pure Letta. (la Repubblica)

Stefano Candiani, fedelissimo del leader leghista, rilancia la proposta di legge per abbassare il canone Rai del 20% l’anno, aumentando di un punto percentuale gli spot per la tv pubblica. (il manifesto)

Nel governo superato il livello di guardia

Niente riduzione del canone Rai per il 2025. La battaglia di Matteo Salvini e della Lega, che aveva dato i suoi frutti nella legge di bilancio del 2023, non ha avuto dodici mesi dopo lo stesso esito. L’importo della tassa tornerà dunque a salire da 70 a 90 euro totali. (WIRED Italia)

Non si allenta la tensione all’interno della maggioranza ed è ancora la Rai il motivo delle frizioni tra Lega e Forza Italia. "Una tassa odiata dagli italiani” «Resta in campo la proposta di legge sui tetti pubblicitari che punta gradualmente a liberare gli italiani dal canone, una tassa odiata, dando - al contempo - opportunità di crescita anche ad una azienda come la Rai. (La Stampa)

Questa volta però il livello di guardia è stato quasi superato o quantomeno la diatriba tra Salvini e Tajani sul canone Rai ha rischiato di provocare danni gravi alla compagine. Sta di fatto che ieri Forza Italia ha votato insieme all’opposizione per bocciare una delle proposte-bandiera cui Salvini è più legato: la riduzione del canone. (L'Eco di Bergamo)