Dazi auto elettriche, i costruttori cinesi cercano un accordo con l'Unione Europea
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Si continua a parlare dei nuovi dazi sulle auto elettriche prodotte in Cina che la Commissione Europea ha voluto istituire. Ad agosto, la Commissione aveva deciso di ritoccare ulteriormente le tariffe doganali in attesa dell'approvazione definitiva da parte dei Paesi membri. Se l'iter si concluderà senza intoppi, il 2 novembre i nuovi dazi diventeranno definitivi e saranno validi per i successivi 5 anni. (HDmotori)
Se ne è parlato anche su altri giornali
In termini di volumi, i marchi cinesi hanno immatricolato nel mese di luglio meno di 14 mila auto nell'area dell'Europa allargata ai mercati EFTA e al Regno Unito. L'analisi delle vendite in Europa nel primo mese di entrata in vigore dei dazi, restituisce alcuni indizi che dovranno trovare o meno conferma nella chiusura del terzo trimestre e nel Q4. (Auto.it)
Ottawa – La Canadian Marine Industries and Shipbuilding Association (Cmisa) ha lanciato un appello al governo affinché imponga un dazio del 100% sulle navi costruite in Cina come misura per proteggere le capacità nazionali e la sicurezza interna. (ShipMag)
La Cupra Tavascan, un veicolo elettrico prodotto in Cina e progettato in Spagna dalla casa nata nel 2018, verrebbe letteralmente spazzato via nel caso in cui la Commissione Europea applicasse i dazi del 21,3% previsti per la sua importazione. (ClubAlfa.it)
La questione dei dazi commerciali a carico delle auto elettriche cinesi raddoppiati dagli Stati Uniti sono naturalmente oggetto di un intenso dibattito. A renderlo tale gli ormai tradizionali dissapori tra i due Paesi, che sembrano ormai non dipendere neanche dal colore dell’amministrazione di Washington. (ClubAlfa.it)
Secondo Politico, testata specializzata che si occupa degli affari politici dell’Unione europea, alcuni brand cinesi starebbero cercando un accordo per la mancata applicazione delle tariffe sui propri modelli (Corriere della Sera)
A seguito dei dazi Ue del 21,3% sulle auto elettriche di Xpeng, il produttore cinese starebbe pensando di trasferirsi in Europa. E non è il solo: tante altre Case del Dragone sono in cerca del posto giusto per i propri avamposti occidentali. (Start Magazine)