L’Istat rivede i dati economici, migliorano debito e deficit: cosa cambia in 4 punti
I nuovi numeri dell’Istat sull’economia e sulla finanza pubblica del nostro Paese consegnano una piccola dote aggiuntiva al governo, ma il ministro dell’Economia, come sta facendo anche sulle entrate fiscali, tende a ridimensionare l’impatto delle nuove cifre sulla manovra: "La revisione dei dati è di lieve entità". Sono troppi e troppo diffusi gli appetiti di partiti e ministri per non tenere il freno a mano tiratissimo in questa fase di messa a punto della legge di Bilancio. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ne parlano anche altri giornali
La revisione Istat dei conti nazionali 2021-2023 ha portato notizie positive per l'economia italiana, ma non tali da indurre il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, a metter da parte la sua proverbiale prudenza. (il Giornale)
Nel 2023 il tasso di variazione del Pil italiano è risultato pari a 0,7%, 0,2 punti percentuali in meno rispetto alla stima del marzo scorso. A renderlo noto è l’Istat in base alla revisione generale dei Conti economici nazionali. (LA NOTIZIA)
E avverte: «Ora lo spread è basso, ma in caso… «La revisione Istat non migliora i margini della legge di Bilancio, che erano e restano pochi. (La Stampa)
L’attesa revisione dei conti economici nazionali 1995-2023 diffusa ieri dall’Istat regala più di una soddisfazione sul terreno strutturale, anche se come da previsioni (Sole 24 Ore del 12 settembre) delude chi, fuori dal ministero dell’Economia, aspettava da lì un qualche aiuto decisivo per il piano di bilancio in calendario venerdì mattina dopo il rientro della premier Meloni in Italia, e soprattutto per la manovra in costruzione. (NT+ Enti Locali & Edilizia)
È lo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ad ammettere che «la revisione dei dati comunicati dall’Istat è di lieve entità, non cambiano i principi e il quadro del Piano strutturale di bilancio». (La Stampa)
“Circolare, circolare, in questo comunicato del’Istat non c’è niente da vedere, nessun tesoretto, avanti col business as usual”. (Il Fatto Quotidiano)