Le mani sul Regno. Rianimare l’economia? L’idea dei laburisti di Starmer è l’edilizia. “Fino a un milione e mezzo di case in 5 anni”

Più informazioni:
Ucraina

A poche ore dalla vittoria a valanga dei laburisti, in piedi di fronte al leggio montato con agitazione davanti alla celebre porta nera del 10 di Downing street, il leader Keir Starmer esordiva nel suo ruolo di primo ministro promettendo: “Ricostruiremo opportunità per il Paese mattone su mattone“. Settantadue ore dopo, la sua ministra alle Finanze, Rachel Reeves, parte di corsa proprio da lì, dal mattone come fondamento per la crescita economica. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre fonti

Keir Starmer nuovo Tony Blair? Speriamo di no. Perlomeno non per l'impatto - compromettente - sulla politica globale. (Inside Over)

Ci risiamo. In attesa dei risultati francesi, i commentatori, i giornalisti, gli analisti elettorali paiono preda di infatuazioni massimaliste, quasi apodittiche. Non è passato che qualche giorno dall’enfatizzazione della massiccia avanzata delle destre nei risultati europei (e francesi) che, all’indomani delle elezioni britanniche, si glorifica la straordinaria performance del Labour di Starmer. (GLI STATI GENERALI)

Stop al piano Ruanda. Il progetto voluto due anni fa dall’allora premier Boris Johnson per trasferire nel paese africano i migranti entrati illegalmente nel Regno unito verrà cancellato, ma al suo posto Keir Starmer non pensa affatto di avviare politiche di accoglienza per i disperati che ogni giorno – e in numero sempre maggiore – rischiano la vita attraversando la Manica. (il manifesto)

Keir Starmer: «Il progetto di mandare i migranti in Rwanda finisce qui»

ANSA (Avvenire)

I laburisti hanno stravinto in Gran Bretagna, ma le elezioni, in verità, le hanno perse i conservatori, stretti nella tenaglia degli uomini di Nigel Farage a destra e dei liberaldemocratici sulla sinistra. (la Repubblica)

"Il progetto Rwanda era morto e sepolto già prima di cominciare": lo dice il neopremier laburista britannico Keir Starmer in riferimento al progetto del governo conservatore - osteggiato dalle associazioni per i migranti e i diritti umani - di spedire in Rwanda i richiedenti asilo perché aspettassero l'esito della loro richiesta nel paese africano. (ilmessaggero.it)