Il paradosso dei democratici di centro
Puntuale come un tempo arrivava nelle sale il cinepanettone di Natale, arriva in questi giorni sui quotidiani un gioco di società che si ripropone a cadenza fissa nella politica italiana: la ricerca del centro perduto. A dare il via al dibattito, quest'anno, le dimissioni del direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini (nella foto), in polemica con il governo in carica. L'uomo porta con sé un riconosciuto corredo genetico di «centro» per tradizione familiare e ciò lo ha fatto indicare da certa opposizione quale possibile catalizzatore intorno a cui costruire una nuova formazione moderata oggi mancante nella metà del campo che si oppone al centrodestra. (il Giornale)
Ne parlano anche altre testate
"Federare il centro? Non sono stato invitato. Rispolverare la Margherita" L'analisi di Mastella: l'ultima volta che la Sinistra ha vinto le elezioni, fu grazie a me (Ottopagine)
Si è improvvisamente rimesso in moto in queste ore il cantiere del centro. Quello che guarda a sinistra, e potrebbe fornire una preziosa gamba aggiuntiva rispetto a un “campo (poco) largo” spostato a sinistra. (Il Nord Est)
Ma il sistema Italia sembra piuttosto piegarsi verso un bipolarismo forse naturale. Si pensa che quel 40% di elettori che da tempo non vota possa essere convinto da un centro credibile. (Sky Tg24 )
ROMA — «Giuseppe Sala è un’importante risorsa del centrosinistra. Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, vicepresidente dell’Anci, entra nel dibattito che si è aperto attorno alla creazione di un centro, di «un soggetto liberal democratico e riformista» che a su… (la Repubblica)
È vero che un Paese come l'Italia lo puoi condurre solo stando almeno verso il centro, ma elettoralmente parlando il centro-centro dal 1994 è un non-luogo, o quantomeno un luogo che non può avere ambizioni di regia. (il Giornale)
Discussione viziata e resa nel complesso poco produttiva da alcuni dati di fatto banalmente trascurati e da alcuni errori interpretativi. (ilmessaggero.it)