Beko rivede i piani: la fabbrica di Comunanza è salva

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ECONOMIA

La fabbrica Beko di Comunanza, situata nella provincia di Ascoli Piceno, non chiuderà i battenti. La multinazionale turca, specializzata nel settore degli elettrodomestici, ha deciso di rivedere i propri piani di riorganizzazione, che inizialmente prevedevano la chiusura dello stabilimento. Qui, da anni, vengono assemblate lavatrici e asciugatrici, e circa 320 dipendenti rischiavano di perdere il posto di lavoro. La notizia è stata ufficializzata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha annunciato la retromarcia dopo una serie di colloqui con i vertici della società.

Il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, ha confermato la notizia attraverso i social, spiegando di essere stato informato direttamente dal ministro Urso, in contatto da Istanbul. "Il sito resterà in produzione", ha dichiarato Acquaroli, aggiungendo che il sottosegretario Fausta Bergamotto sta già comunicando la decisione ai sindacati. Una riunione al Ministero, già in programma per la prossima settimana, fornirà ulteriori dettagli sul piano industriale e sugli sviluppi futuri.

La vicenda ha tenuto con il fiato sospeso non solo i lavoratori, ma anche l’intera comunità locale, che vede nello stabilimento un pilastro economico e sociale. Il sindaco di Comunanza, Sacconi, e i rappresentanti sindacali hanno espresso cautela, sottolineando come sia necessario attendere la presentazione ufficiale del piano industriale e degli investimenti promessi. "Le decisioni devono tradursi in concretezza", hanno ribadito, pur ammettendo che l’atmosfera è ora più ottimista rispetto alle settimane scorse.

Intanto, il ministro Urso, accompagnato dalla sottosegretaria Bergamotto, si è recato in Turchia per incontrare i rappresentanti del governo locale e i vertici della multinazionale Arcelik, proprietaria del marchio Beko. Durante i colloqui, sono stati coinvolti anche i membri della famiglia Koc, azionista di maggioranza del gruppo. Questi incontri hanno portato a una svolta, che ha permesso di scongiurare la chiusura dello stabilimento marchigiano.

Resta invece aperto il "fronte" di Fabriano, dove la situazione appare ancora incerta. Mentre Comunanza tira un sospiro di sollievo, gli occhi sono ora puntati sull’altro sito produttivo, che potrebbe essere coinvolto nei prossimi passaggi della riorganizzazione aziendale.

La decisione di Beko rappresenta un segnale importante per il territorio, che da anni deve fare i conti con le incertezze legate alla riconversione industriale e alla delocalizzazione. La permanenza dello stabilimento non solo garantisce posti di lavoro, ma contribuisce a mantenere viva una filiera produttiva che coinvolge numerose imprese locali.