La Pergola piange Mauri: "Era il più grande di tutti"

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"Ci lascia il più grande di tutti, il Maestro assoluto, il “sempre giovane” perché il solo a incarnare la suprema raccomandazione di Barrault di “conservare sempre nei confronti del Teatro una sorta di verginità permanente“". Marco Giorgetti, direttore generale della Pergola, ricorda così Glauco Mauri, scomparso sabato notte a Pesaro, sua città natale, all’età di 94 anni. Il grande attore e regista, decano del teatrale italiano, avrebbe dovuto aprire la stagione della Pergola il prossimo 6 ottobre, con “Il Profundis“ di Oscar Wilde (LA NAZIONE)

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Un gigante sul palcoscenico, apparso anche in pochi ma memorabili film, da Profondo Rosso a Ecce Bombo. Fu anche doppiatore. (ComingSoon.it)

Al Ponchielli Mauri è stato Prospero nella Tempesta nel 1997, Enrico IV di Pirandello nel 1999, Raskolnikov di Delitto e castigo di Dostoevskij nel 2006, Faust di Goethe nel 2008: solo per citare alcuni degli spettacoli che hanno visto l’attore protagonista sulla scena cremonese, esempio di quel teatro di rappresentazione che sapeva ricondurre alla semantica della tradizione ogni allestimento con eleganza e raffinatezza. (La Provincia di Cremona e Crema)

ROMA – Questo pomeriggio sarei stato tra gli spettatori al Teatro Vascello di Roma per vedere ancora una volta Glauco Mauri nell’allestimento di un testo di Oscar Wilde, “De profundis”, ma il grande attore è scomparso durante la notte, alla vigilia del suo 94esimo compleanno. (Report Pistoia)

Per lui un amore per il teatro incondizionato e totale: «Amo l'arte per la vita e non mi interessa molto l'arte per l'arte, la cosa bella è stata che il teatro e la vita si sono incontrati, sono diventati una cosa sola, io non ho portato il teatro nella mia vita, ho portato la mia vita nel teatro», avrebbe raccontato. (L'Unione Sarda.it)

con i quali non aveva mai perso i contatti, avendo insieme respirato l’aria che non si dimentica. D’estate tornava sempre a Pesaro, per trascorrere un periodo completamente dedicato alla madre che amava teneramente, e anche agli amici di infanzia. (articolo21)

«Recitare è forse uno dei mestieri più belli del mondo, perché arricchisce attori e pubblico. (ilmattino.it)