Maxi evasione Iva, gli affari brasiliani del mafioso Lo Manto e l'idea di sparare al boss
Il business delle arance tra la Sicilia e la regione brasiliana del Rio do Norte, cavallo di Troia per nascondere gli affari immobiliari e le scatole cinesi di Cosa nostra che spaziavano dal Sud America alla Svizzera e Singapore, torna nelle pieghe della maxi-inchiesta della Procura Europea per la frode all’Ue. La punta dell’iceberg - gli affari carioca - di rapporti e intrecci che legano professionisti, broker, imprenditori e boss, tra cui sarebbero nate frizioni proprio a causa di un investimento immobiliare andato male: pomo della discordia tra Nino Spadaro, Giuseppe Calvaruso (detto Gnometto) e Giuseppe Bruno - i primi due tra gli esponenti di spicco della mafia nostrana della Kalsa e Pagliarelli, il secondo imprenditore bagherese prestanome di Rodolphe Ballaera (tra le menti delle frodi) e Calvaruso - l’Herons Bay, hotel di Marsala, nella zona dello Stagnone, che avrebbe creato più di una perdita finanziaria al gruppo criminale. (Giornale di Sicilia)
Su altri media
L’operazione, intitolata come il libro di Melville, tira in ballo decine di persone e società. È imponente come la balena bianca “Moby Dick”, l’ordinanza cautelare (oltre mille pagine) riguardante un’associazione per delinquere finalizzata alle frodi fiscali e al riciclaggio, aggravata dal metodo mafioso. (l'Immediato)
In un'indagine condotta dall'European Public Prosecutor's Office (EPPO) di Milano e Palermo, nome in codice "Moby Dick", sono stati eseguiti ordini di detenzione nei confronti di 43 sospettati. (LA STAMPA Finanza)
Il Sole 24 Ore Esprinet (Finanza Repubblica)
I reati contestati riguardano l’associazione per delinquere finalizzata alle frodi fiscali e al riciclaggio, aggravata dal metodo mafioso: sono state eseguite 47 misure cautelari personali, sequestri di beni, valori e denaro per 520 milioni di euro, ricostruite false fatturazioni per 1,3 miliardi di euro. (Il Saronno)
Roma, 14 nov. - Associazione per delinquere finalizzata alle frodi fiscali e al riciclaggio, aggravata dal metodo mafioso. È l'accusa nei confronti di 47 persone a carico delle quali sono scattatate altrettante misure cautelari personali, sequestri di beni, valori e denaro per 520 milioni di euro, ricostruite false fatturazioni per 1,3 miliardi di euro. (Il Sole 24 ORE)
Milano, 14 nov. - Una maxi-frode sul commercio di prodotti informatici, in particolare del marchio Apple, è al centro dell' inchiesta della Procura europea degli uffici di Milano e Palermo che ha portato il gip di Milano, a disporre 47 misure cautelari e il sequestro di oltre 520 milioni di euro con accuse a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla frode Iva intracomunitaria con fatture inesistenti, riciclaggio e reati fallimentari con l'aggravante di aver agevolato gruppi criminali camorristici e mafiosi. (Il Sole 24 ORE)