Trump ai BRICS, dollaro o dazi fino al 100%. Le implicazioni sui cambi

Il Presidente eletto Donald Trump attacca anche i BRICS, minacciando che imporrà dazi fino al 100% del valore dei beni importati in USA dai paesi aderenti al gruppo degli Emergenti, ora allargato ad altre cinque economie (BRICS Plus). Il motivo? L'aver annunciato la creazione di una valuta comune - BRICS Pay - che vuole contrastare il predominio del dollaro. E benché a Trump non faccia troppo piacere un dollaro forte, a motivo della perdita di competitività sul fronte del commercio internazionale, l'idea di perdere una economia dollaro-centrica è senza dubbio peggiore dell'impatto sul commercio mondiale. (QuiFinanza)

Ne parlano anche altri giornali

Con l'inizio della seconda presidenza di Donald Trump, i costruttori di auto con stabilimenti situati in Canada e Messico potrebbero ritrovarsi in difficoltà. Il futuro presidente, infatti, ha annunciato l'intenzione di varare nuovi dazi sulle importazioni dai due paesi che confinano con gli Stati Uniti. (La Gazzetta dello Sport)

L’abisso che si è aperto davanti agli Stati Uniti (ossia al principale imperialismo, quello occidentale) è di dimensioni tali da annebbiare la mente. Deve essere per questo che nell’ultimo decennio i gruppi dominanti quel paese hanno selezionato personaggi davvero improbabili come “presidenti”. (Contropiano)

Il presidente eletto Donald Trump continua le sue riunioni a Mar-a-Lago, dove ha già incontrato diversi leader stranieri, tra cui il premier canadese Justin Trudeau. Prosegue la composizione della squadra per la prossima amministrazione, il cui insediamento avverrà a partire dal 20 gennaio con il giuramento del tycoon. (InvestireOggi.it)

L'editoriale/ I dazi di Trump e l’effetto boomerang

Il gruppo dei BRICS, che comprende 9 Stati fra i quali Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica, auspica di ridurre il dominio occidentale in un contesto che considera multipolare. (rsi.ch)

Si è svolto sabato pomeriggio in Florida un incontro tra il presidente americano eletto, Donald Trump, e il primo ministro canadese Justin Trudeau. Tra i temi trattati quello dell’immigrazione clandestina, del contrasto al Fentanyl e degli accordi commerciali tra i due Paesi. (LAPRESSE)

Giusta considerazione, però è difficile pensare che, nel momento di segnare con qualche ballon d’essai l’esordio della nuova presidenza americana, Donald Trump rinunci all’idea di limitare le importazioni utilizzando come una clava lo strumento dei dazi. (ilmessaggero.it)