Petrolio a 67,9 dollari al barile, e le bollette? Come cambiano i prezzi dell’energia

Il prezzo del petrolio continua a registrare una flessione, con il Wti sceso a 67,9 dollari al barile e il Brent a 71,7 dollari oggi, mostrando un calo rispettivamente dello 0,24% e dello 0,15%. Questo ribasso, che si è consolidato nelle ultime settimane, è influenzato da due fattori principali: il rafforzamento del dollaro e il rallentamento della domanda in Cina, una delle maggiori economie globali. (QuiFinanza)

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A pesare ulteriormente sul prezzo del petrolio è il ritorno diffuso del pessimismo sull'economia cinese, dove la crescita dell’inflazione CPI ha deluso, segnalando un rischio persistente di deflazione; i prezzi alla produzione (PPI) in ottobre sono scesi del 2,9% su base annua, contro previsioni di -2,5%. (XTB)

Obiettivo: sostenere i prezzi del greggio in una fase di debolezza della domanda. L’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio prende tempo almeno fino a gennaio 2025. (Milano Finanza)

Sulle materie prime Trump proietta l’ombra di dazi, sanzioni e frenata del Pil

Rafforzamento del dollaro e indebolimento della domanda in Cina pesano sulle quotazioni del petrolio, ancora in flessione: le quotazioni del Wti si muovono in calo intorno ai 67,9 dollari il barile (-0,24%); le quotazioni del Brent intorno ai 71,7 dollari (-0,15)% . (Tuttosport)

Il contratto sul Wti americano per dicembre guadagna lo 0,19% portandosi a 68,25 dollari al barile, mentre quello sul Brent per gennaio sale dello 0,22% a 72,05 dollari. Salgono questa mattina le quotazioni del petrolio (Tiscali Notizie)

Poche certezze e molti interrogativi, che si traducono in volatilità. Sui mercati delle materie prime non si può dire che le acque si siano calmate all’indomani del trionfo elettorale di Donald Trump ed è probabile che le quotazioni continueranno ad oscillare nel prossimo futuro, a seconda delle suggestioni del momento. (Il Sole 24 ORE)