Grafico del giorno - Petrolio (OIL) (04.10.2024)

I mercati petroliferi hanno registrato un'impennata drammatica ieri, con il Brent che è salito del 5% raggiungendo i 77,62 dollari al barile, il livello più alto in oltre un mese. Questo forte aumento è dovuto alle crescenti tensioni in Medio Oriente e alla crescente speculazione su possibili attacchi israeliani alle infrastrutture petrolifere iraniane. Anche il greggio West Texas Intermediate (WTI) ha seguito questo trend al rialzo, chiudendo a 73,71 dollari, segnando un aumento del 5,15% nella giornata. (XTB)

La notizia riportata su altri giornali

La prospettiva di un allargamento del conflitto, e la minaccia congiunta di Usa ed Israele di colpire le infrastrutture petrolifere iraniane, hanno fatto risalire il prezzo del greggio di circa il 10%. (Il Fatto Quotidiano)

Il petrolio si avvia a chiudere la migliore settimana da oltre un anno, sostenuto dall’escalation di tensioni fra Israele e Iran e dalla minaccia di un’estensione delle ostilità in Medio Oriente. Il pericolo immediato è una perdita di forniture da Teheran, ma non si esclude uno scenario più estremo con l’interruzione dei flussi petroliferi attraverso lo stretto di Hormuz. (Finanzaonline)

Nel giro di due giorni, dal 30 settembre al 2 ottobre, i prezzi del greggio Brent erano già saliti di circa il 5% portandosi da circa 72 dollari al barile a poco più di 75 dollari al barile. L’attacco missilistico dell’Iran su Israele del 1° ottobre ha riproposto all’attenzione del mondo intero la centralità del petrolio negli equilibri economici e politici internazionali. (Contropiano)

Petrolio, rialzo da record con l’aggravarsi della crisi in Medio Oriente. Il vero pericolo è lo Stretto di Hormuz

Torna la variabile petrolio. Dopo la rappresaglia iraniana su Israele le quotazioni del brent sono salite intorno ai 75 dollari con un aumento del 3% in poche ore. (Il Sole 24 ORE)

I prezzi energetici tornano a salire a causa delle tensioni in Medio Oriente. Crescono i prezzi energetici Questa settimana i prezzi energetici sono tornati ai valori di inizio settembre per via dell'allargamento del conflitto in Medio Oriente e delle minacce alle infrastrutture petrolifere iraniane da parte di Usa e Israele. (QuiFinanza)

Dopo settimane di calma, l’ultima escalation mediorientale ha infine smosso le quotazioni dell’oro nero. Venerdì sera il presdente americano Biden ha suggerito a Tel Aviv di “pensare alternative” all’attacco ai pozzi di petrolio iraniani. (la Repubblica)