«Smemorato», «Su di me ricostruzioni imbecilli»: Salvini e Conte, duello senza fine. «Ma si sono sempre piaciuti»
Sei anni fa, nell’unico Natale del governo gialloverde, stavano brindando assieme, l’uno da presidente del Consiglio, l’altro da suo vice e ministro dell’Interno. Felicissimi di aver blindato una manovra finanziaria con reddito di cittadinanza e quota cento ma soprattutto sorridenti per l’artificio politico-aritmetico grazie al quale, complice il furbissimo utilizzo di una virgola, avevano confermato il deficit «a due e quattro» nonostante il diktat di Bruxelles di scendere dal 2,4 al 2,04 percento del Pil, che però si poteva leggere nello stesso modo. (Corriere Roma)
Ne parlano anche altri giornali
Bisognerà aspettare come sempre le motivazioni della sentenza per conoscere le ragioni dell’assoluzione di Matteo Salvini. (L'HuffPost)
La scrivania di Togliatti, l'ammirazione per Vassalli («Un eroe della Resistenza, padre del codice di procedura penale che andrebbe però riportato alla sua versione originaria»), le citazioni in latino, i suoi libri sulla Giustizia sul tavolo. (ilgazzettino.it)
“Al ministero dell’infrastrutture, abbiamo tanti progetti e tanti cantieri, tante opere, le Olimpiadi Milano-Cortina, il Ponte sullo Stretto, una nuova rete ferroviaria con oltre 1000 cantieri aperti, per cui sono contento di quello che abbiamo fatto e quello che faremo. (LAPRESSE)
E per ora i centri per i migranti in Albania sono un fallimento totale». Roma. (La Stampa)
Che cosa resta del processo Open Arms? Che cosa resta delle 25 udienze e delle 45 testimonianze raccolte in tre anni? Matteo Salvini, incassata l’assoluzione, ha già fatto intendere di volere tornare al ministero dell’Interno, sebbene la premier Giorgia Meloni sia nient’affatto dello stesso parere. (La Repubblica)
Vi proponiamo Tele...Raccomando, la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo CHI SALE (Cinque minuti) Il processo Open Arms non è un evento giudiziario qualsiasi. A differenza di decine di procedimenti contro politici che lasciano più o meno indifferente l’opinione pubblica, il caso del presunto sequestro di 147 migranti avvenuto nell’agosto 2019 aveva tutte le caratteristiche per diventare il terreno per una radicale contrapposizione ideologica del pubblico. (Liberoquotidiano.it)