Pogacar, altro show: torna in giallo. Sul Galibier un colpo da padrone

Giusto il tempo di mettere piede in Francia e Tadej Pogacar lascia la sua enorme impronta sul Tour: stacca tutti sul Galibier, vince la tappa, si riprende la maglia gialla e, fra distacchi e abbuoni, spedisce già a debita distanza i suoi rivali. Dopo appena quattro giorni di corsa non è un colpo da kappao, ma è un pugno che fa decisamente male: anche e soprattutto a livello psicologico. "Per i distacchi bisognerà attendere il Galibier", aveva fatto sapere lo sloveno al via da Firenze: detto, fatto. (Quotidiano Sportivo)

Su altri giornali

Scatenato, traboccante di rabbia agonistica negli ultimi due chilometri del Galibier e poi tutto solo lungo la discesa verso Valloire, Tadej Pogacar si è ripreso la maglia gialla e dopo quattro tappe ha fatto capire (a Jonas Vingegaard ma anche agli altri) che togliergli il terzo Tour de France sarà un compito durissimo. (Corriere della Sera)

Le salite della quarta tappa del Tour 2024 erano lunghe, ma non dure e secondo la maggior parte degli esperti (compresi noi) era prevedibile un arrivo in gruppetto. Però i numeri di Pogačar sul Galibier sono stati talmente straordinari che lo sloveno è comunque riuscito a fare la differenza. (BiciDaStrada.it)

VALLOIRE (Francia) – Il Col du Galibier si conferma terra per artisti. Tappa, maglia e l’orgoglio di essere riuscito finalmente a vincere una battaglia dopo tante sconfitte. (Bici.PRO)

Pogacar domina sul Galibier, perché al Tour de France è dura per Vingegaard e i suoi avversari

VALLOIRE — Per vincere la sua 12ª tappa in carriera al Tour de France (12 come, tra gli altri, Bartali, Bobet e Indurain), Tadej Pogacar ha dovuto fare il pelo, come si dice, a un bel po’ di tornanti della velocissima discesa del Galibier dopo averlo spianato in salita. (la Repubblica)

Lo sloveno non smette mai di stupire: nella 4^ tappa del Tour, da Pinerolo a Valloire, attacca nell'ultimo tratto di salita sul Galibier e poi completa una vittoria capolavoro in discesa, staccando i principali avversari (Vingegaard, Evenepoel, Roglic e Rodriguez) e riprendendosi la maglia gialla (Sky Sport)

L’intelligenza artificiale elabora tattiche di gara impeccabili, l’industria ciclistica sforna missili a pedali, sorsate di carboidrati di ultima generazione pompano benzina super nei muscoli. Ma dopo un’ora di salita alla morte, l’ultimo chilometro del glorioso Col du Galibier resta una lama inclinata al 10% che sfiora 2.700 metri di quota, dove ogni scatto è a rischio asfissia. (Corriere della Sera)