Taxi in sciopero a Milano e Firenze: proteste contro abusivi e concorrenza sleale
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Pochi minuti dopo le 14, i taxi si fermano. In piazza Luigi di Savoia, a Milano, la fila di clienti si allunga per una ventina di metri, finché diventa chiaro a tutti che aspettare è inutile: le auto bianche, pur presenti, sono parcheggiate nel cosiddetto "polmone" della piazza, mentre i conducenti scendono in strada per dar vita a una protesta improvvisa che blocca il servizio. Un’azione spontanea, non autorizzata, che si ripete in forme simili anche a Firenze, dove da giorni i tassisti mascherano le proteste dietro un presunto sciopero "fantasma".
A innescare la miccia, secondo i lavoratori del settore, è il «crescente abusivismo», aggravato dall’arrivo di Uber Taxi in città a partire dall’inizio dell’anno. "Così arrivano gli abusivi", lamentano i tassisti, che denunciano un aumento delle irregolarità e una concorrenza sleale da parte degli Ncc e della piattaforma statunitense. A Firenze, la situazione è talmente tesa che i centralini suggeriscono ai clienti di spostarsi altrove: "Per prenotare un taxi, è meglio se vai davanti al McDonald’s", viene detto a chi chiama, mentre nel piazzale di Santa Maria Novella i turisti attendono invano. Le auto, però, non sono sparite: si muovono nelle vie laterali, caricano passeggeri fuori dai punti ufficiali, in una sorta di resistenza silenziosa.