Addio Antonio Pennacchi: toccante cerimonia in memoria del premio Strega

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La scomparsa di Pennacchi si avvertiva anche fuori dalla cattedrale San Marco: la Feltrinelli gli ha dedicato la vetrina dove sono esposti tutti i suoi romanzi scrivendo "Ciao Antonio" e in Comune resteranno per la giornata di oggi le bandiere a mezz'asta

Una cerimonia toccante a cui hanno partecipato famiglia, istituzioni e cittadini che hanno voluto dare l'ultimo saluto al premio Strega, mancato all'età di 71 anni a causa di un infarto (Il Caffè.tv)

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Poi l’uscita del feretro dalla cattedrale tra gli applausi. Giovedì 5 Agosto 2021, 14:05 - Ultimo aggiornamento: 18:58. Latina ha salutato questa mattina nella cattedrale di San Marco Antonio Pennacchi, il ‘suo’ scrittore scomparso martedì a 71 anni. (ilmessaggero.it)

Poi l’uscita del feretro dalla cattedrale tra gli applausi. Pennacchi, quel giorno in redazione: «Sono il cane matto il vero autore è mia moglie» (ilmessaggero.it)

Latina si stringe intorno al suo cantore: camera ardente al museo Cambellotti per Antonio Pennacchi, lo scrittore premio Strega deceduto a 71 anni nella sua abitazione di borgo Podgora, stroncato da un infarto (Corriere della Sera)

Il sindaco Coletta: “Latina il 3 agosto 2021 si è sentita più sola”. Questa mattina Latina ha dato il suo ultimo saluto ad Antonio Pennacchi. Una folla commossa ha partecipato ai funerali che si sono tenuti alle 10.30 nella cattedrale San Marco stringendosi alla famiglia del scrittore scomparso lo scorso 3 agosto all’età di 71 anni. (LatinaToday)

Sono i luoghi che Antonio Pennacchi frequentava di più, per lui erano casa. Era una persona normale: chi è cresciuto al borgo era abituato alla sua presenza. (ilmessaggero.it)

Antonio Pennacchi, scomparso a 71 anni nella sua Latina, ha reso come pochi due momenti molto diversi eppure centrali del Novecento italiano riuscendo a restituire, per il tramite di una scrittura intrinsecamente feroce ed autobiografica, un'opera letteraria capace di «parlare con la storia», emergere dal «particulare» e raccontare moti e movimenti collettivi come biografia antiretorica della nazione. (Il Manifesto)