Crisi climatica, l’Italia è 43esima: politiche e fortemente inadeguate
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L’Italia viene criticata per alcune scelte politiche considerate controproducenti. Tra queste, il rinvio della chiusura delle centrali a carbone dal 2025 al 2029 e un ritmo troppo lento nello sviluppo delle energie rinnovabili Le politiche italiane per contrastare la crisi climatica vengono giudicate “fortemente inadeguate” e “poco ambiziose” secondo il rapporto annuale stilato da Germanwatch, Climate Action Network e New Climate Institute. (Associated Medias)
Ne parlano anche altri media
Il titolo viene dalla Conferenza sul clima di Baku (ma perché non siamo come i danesi?), la foto di copertina dalla stazione di Boca Chica dove Donald Trump ha assistito con Elon Musk al lancio (non pienamente riuscito) di un razzo spaziale. (Corriere della Sera)
A Baku è in pieno svolgimento la seconda, difficile, settimana di COP29, caratterizzata da una congiuntura geopolitica incerta, che si somma alla classica complessità dei negoziati ONU. Se la Conferenza fallisse, si rischierebbe un’ulteriore perdita di fiducia nel processo dell’Accordo di Parigi, già parecchio travagliato. (Materia Rinnovabile)
L’Italia, rispetto agli altri Paesi del Pianeta e dell’Ue, continua ad essere in forte ritardo sulle performance climatiche. (Eco dalle Città)
Si piazza al 43esimo posto. Nelle prime posizioni svettano Danimarca, Olanda, Regno Unito, tra le peggiori l'Arabia Saudita (LAPRESSE)
via depositphotos.com Nessun progresso tangibile dall’anno scorso nella classifica del Climate Change Performance Index 2025 stilato da Germanwatch, Climate Action Network e NewClimate Institute. Pesano un PNIEC debole e il posticipo dell’addio al carbone al 2029 (Rinnovabili)
Le fonti rinnovabili facendo rapidi progressi in quasi tutti i Paesi ad alte emissioni. Il Climate Change Performance Index (Energia Italia News)