Consulta, Calenda lascia il fronte delle opposizioni

«L’opposizione la deve piantare di fare l’Aventino. Noi la finiremo, perché così non si va avanti». Non sono passate nemmeno 24 ore dal flop della destra sull’elezione del giudice costituzionale, e già il fronte delle opposizioni scricchiola. Restando tutti fuori dall’aula martedì, i parlamentari delle minoranze hanno costretto Meloni alla ritirata. Ma la premier, furiosa per lo smacco subito, ha intenzione di riprovarci entro fine ottobre, calendario permettendo. (il manifesto)

Ne parlano anche altri giornali

Carlo Tavares, amministratore delegato di Stellantis, sarà ascoltato oggi alle 13,30 dalle Commissioni Industria della Camera. (Il Sole 24 ORE)

Una mossa che aveva costretto i partiti governo – che hanno cercato fino alla fine di eleggere martedì Francesco Saverio Marini – a evitare rischi: scheda bianca e voto rinviato. (Il Fatto Quotidiano)

Se non si considerano i governi tecnici o governi di larghe intese, dal 1995 a oggi i partiti di centrodestra hanno sostenuto (Pagella Politica)

Dietro il blitz l’irritazione con Unifil. «Hezbollah li utilizza come scudo»

Dove Italia Viva non compare, anche se il Pd sottotraccia insiste, ancora, per riportarlo dentro: perfino nelle mozioni, e i Cinque Stelle ovviamente brontolano. Un segnale di vita del campo progressista, quello che è più cauto non chiamare largo. (Il Fatto Quotidiano)

Da quando cioè la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si era convinta di poter tentare il blitz dopo aver persuaso una parte dell’opposizione a sostenere con i (pochi) voti necessari la nomina di Francesco Saverio Marini a membro della Corte costituzionale. (ilmessaggero.it)

Il «chiarimento» dell’Idf: «Avevamo avvertito di rimanere in spazi protetti».«Non esiste la giustificazione di dire che le forze armate israeliane avevano avvisato l’Unifil che alcune delle basi dovevano essere lasciate. (La Verità)