Calenzano, il deposito Eni finisce sotto sequestro. L’ipotesi sulla causa dell’esplosione: «Lavori ai tubi durante il carico delle autobotti»
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Un dipendente del deposito avrebbe notato un'anomalia pochi secondi prima dell'esplosione. Ha dato l'allarme ed è fuggito subito dopo, salvandosi Il deposito Eni di Calenzano è stato messo sotto sequestro dalla procura di Prato nell’ambito dell’inchiesta aperta in seguito alla violenta esplosione che il 9 dicembre ha squassato l’impianto uccidendo cinque persone. Il deposito è in queste ore oggetto di sopralluoghi per capire cosa abbia causato la deflagrazione nei pressi delle pensiline di rifornimento delle autobotti e per questo tutta l’attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione dei carburanti è stata interrotta. (Open)
Se ne è parlato anche su altri giornali
“Dobbiamo pretendere che vengano risparmiate le vite delle persone, non la manodopera”, ha detto il Sindaco di Calenzano. (Corriere TV)
Il Comune di Calenzano ha attivato un conto corrente di solidarietà a favore delle famiglie delle vittime dell’incidente al deposito carburanti Eni di via Erbosa. L’iban del conto, presso Unicredit spa, tesoriere del Comune, è IT43Y0200838103000107278108. (055firenze)
Al grido di «Basta morti sul lavoro» oltre un migliaio di persone, con bandiere e striscioni, si sono radunate in piazza Vittorio Veneto sotto la sede del Comune di Calenzano vestito a lutto per la manifestazione e lo sciopero generale provinciale delle ultime quattro ore del turno indetto dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. (Corriere della Sera)
In centinaia hanno partecipato alla manifestazione a Calenzano in seguito alla strage del deposito Eni. – Una piazza di rabbia e dolore. (LA NAZIONE)
I nomi dei cinque lavoratori sono stati accolti da un lungo applauso e da un minuto di raccoglimento. Di fronte alla sede del Comune di Calenzano, nel giorno dello sciopero indetto da Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil Firenze, il dolore si è unito al grido di chi non vuole più accettare il rischio di non tornare più a casa. (La Repubblica Firenze.it)
Una fuoriuscita di carburante nella parte anteriore della pensilina di carico “in qualche modo dovuta alla chiara inosservanza delle rigide procedure previste“, e “le conseguenze di tale scellerata condotta non potevano non essere note o valutate dal personale che operava in loco”. (Il Fatto Quotidiano)