La conferma di Nordio: referendum eliminato
La beffa è servita. La sinistra già pregustava una lunga campagna di piazza e «rivolte» per dare la spallata al governo Meloni. Ed invece, la sentenza della Corte Costituzionale spazza via il referendum, promosso dal Pd e da tutti i partiti della sinistra (compresa la Cgil), contro l'autonomia differenziata. Il verdetto della Consulta, non ancora depositato, assorbe infatti i quesiti su cui Schlein, Conte e Landini chiedevano agli italiani di esprimersi. (il Giornale)
Se ne è parlato anche su altri giornali
La Corte Costituzionale "è intervenuta pesantemente su alcuni settori che sono quelli proprio tipici del referendum. Adesso il Parlamento dovrà rivederla, poi la rivedrà la Cassazione. A spanne, con prudenza, direi che questa sentenza dovrebbe eliminare almeno per ora la possibilità del referendum". (la Repubblica)
Pare di capire, da queste parole, che il ministro per le Autonomie, Roberto Calderoli, si ascriva tra i vincitori all’esito del preannunciato verdetto della Corte Costituzionale sulla riforma dell’Autonomia differenziata. (La Repubblica)
Quando avremo tutti le stesse risorse, non potrebbe più nascondersi dietro la giustificazioni ‘è colpa di Roma, è colpa della mancanza di soldi’”. Roma, 16 nov. (Agenzia askanews)
Autonomia differenziata, Occhiuto: “Rivedere il testo sulla base delle indicazioni della Consulta per evitare il referendum” Di “Vediamo se il centrodestra saprà cogliere questa sentenza come opportunità per una riforma equilibrata”, ha dichiarato Occhiuto, sottolineando il rischio di un “vero tracollo” in caso di consultazione popolare. (Orizzonte Scuola)
E a questo punto cerchiamo di capire come con il professor Alfonso Celotto, ordinario di diritto costituzionale a Roma Tre. Ora lo Stato deve mettersi al lavoro, dice la sentenza dell'Alta Corte, per garantire la funzionalità della nuova legge. (il Giornale)
Stop della Consulta a sette profili della legge sull'Autonomia differenziata. Dopo due giorni di Camera di consiglio, giovedì 14 novembre è arrivata la decisione della Corte costituzionale che ha accolto parzialmente i ricorsi delle quattro Regioni guidate dal centrosinistra (Campania, Puglia, Sardegna e Toscana) che hanno impugnato la legge Calderoli. (Il Mattino di Padova)