Il 2025 non è solo l’anno di Trump

Il 2025 viene considerato da tutti l’anno di Donald Trump. Il suo contributo sarà sicuramente rilevante per mettere fine alla guerra in Ucraina e forse anche nel Vicino Oriente, è meno certo che risulterà altrettanto positivo per l’economia statunitense. Il presidente eletto mira a far approvare il più rapidamente possibile il suo progetto di tagli fiscali e ciò provocherà un ulteriore peggioramento dei conti pubblici americani. (Corriere del Ticino)

Ne parlano anche altre testate

In attesa dell’insediamento di Donald Trump il 20 gennaio come presidente degli Stati Uniti, tutti trattengono il fiato aspettando le sue prime decisioni (Ucraina, Medio Oriente, dazi, confronto con la Cina) destinate a condizionare la politica mondiale. (Corriere della Sera)

Il blitz a sorpresa della Meloni nella residenza di Trump a Mar-a-Lago, in Florida, ha alzato un enorme polverone mediatico. Che cosa c’è dietro? Da Philadelphia l’analisi di Marco Valsania, corrispondente del Sole 24 Ore dagli Stati Uniti (Il Sole 24 ORE)

Il paventato ritorno ad un sistema di economie chiuse, frutto di una politica aggressiva di dazi, specchio della guerra commerciale tra Usa e Cina rappresenta una dura realtà con la quale occorre confrontarsi. (ilmessaggero.it)

L'effetto domino dei dazi di Trump può devastare l'Europa. Tre soluzioni per salvarci

L’imposizione dei dazi proposti da Donald Trump sulle importazioni potrebbe apparire, a prima vista, come una minaccia per le economie italiana ed europea. Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela che questa politica potrebbe aprire nuove opportunità di consolidamento e crescita per le imprese italiane ed europee, trasformando una sfida in una leva strategica. (Econopoly)

Tutto il mondo, ed anche l’Unione europea, sta cercando di prepararsi agli scenari che si creeranno quando il presidente Usa eletto Donald Trump realizzerà le sue promesse, quelle elettorali e quelle nuove, che tira fuori praticamente ogni giorno. (EuNews)

Perché sì, è vero, in un’economia come la nostra, oggi in crisi, l’inesorabile riduzione dell’export verso gli USA sarà una bastonata. (L'HuffPost)