È morta Maggie Smith, la professoressa McGranit di harry Potter

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Le sue battute caustiche nei panni della Contessa Madre di Grantham in Downton Abbey, serie cult scritta da Julian Fellowes, sono il pilastro lessicale di un'intera generazione. E il suo ruolo più amato, questa volta senza limiti di età, ovvero quella professoressa Minerva McGranit nella saga cinematografia di Harry Potter, rimarrà per sempre a manifesto di una storia che è stata d'ispirazione a milioni di ragazzi e ragazze. (Cosmopolitan)

Su altre fonti

Il suo successo è proseguito con il film In viaggio con la zia del 1972, dove ha interpretato l'eccentrica zia Augusta, un altro personaggio che le è valso una candidatura ai Golden Globe e una nomination all'Oscar come Miglior attrice protagonista. (Sky Tg24 )

Dopo l’annuncio della scomparsa di Maggie Smith questo venerdì 27 settembre 2024 in rete si moltiplicano i messaggi di cordoglio e ringraziamento da parte dei colleghi che hanno potuto condividere con questa incomparabile attrice un pezzo di strada. (Best Movie)

Gli attori Maggie Smith e Michael Gambon, interpreti di Minerva McGrannit e Albus Silente, sono morti a un anno di distanza e la coincidenza ha commosso i fan. I fan di Harry Potter hanno sottolineato sui social una coincidenza commovente: la morte di Maggie Smith è avvenuta esattamente a un anno di distanza da quella di Michael Gabon. (Movieplayer)

I due matrimoni e i due figli attori Video suggerito (Fanpage.it)

Sì nel senso che le date non mentono e la vedono nel 1965 candidata come migliore attrice non protagonista, trentunenne, addirittura accanto a Laurence Olivier, in Otello, nel ruolo di Desdemona che aveva già portato a teatro nel '64 con la compagnia più prestigiosa del Regno Unito, Old Vic di cui ha fatto parte fino allo scioglimento (ma aveva iniziato a calcare le assi del palcoscenico sempre con Shakespeare nel 1952 con l'altrettanto celebre Oxford Playhouse). (il Giornale)

Con il senso di una perdita senza rimedio. Moriva l’adorabile, risoluta signora che tanti anni per tante stagioni ci aveva accompagnato come riferimento insostituibile. (La Stampa)