Oro, tensioni tra Russia e Ucraina sostengono il lingotto
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Nella sessione di ieri, i prezzi dell'oro sono nuovamente saliti, raggiungendo il massimo di una settimana, mentre le crescenti tensioni tra Russia e Ucraina hanno scatenato una corsa verso i beni rifugio. Gli investitori, in trepidante attesa di segnali più chiari da parte della Fed in materia di tassi di interesse, hanno visto i futures sull'oro terminare gli scambi a quota 2.635 dollari per oncia, in aumento dello 0,8% rispetto alla sessione precedente.
La mattinata odierna, tuttavia, si è rivelata meno movimentata per il Gold future con scadenza dicembre 2024, che da un lato ha confermato la reazione delle ultime due sedute, ma dall'altro non è riuscito ad attaccare con decisione la resistenza di breve a 2.650 dollari. Sarà proprio l'ulteriore recupero di quest'ultimo livello a convalidare il movimento positivo, proiettando il metallo prezioso verso il decisivo test a quota 2.700.
Secondo UBS Group, l'oro potrebbe salire fino a 2.900 dollari l'oncia entro la fine del prossimo anno, un'analisi che rispecchia le previsioni di Goldman Sachs. L'aumento delle riserve da parte delle banche centrali è un fattore chiave per questa previsione. Gli analisti di UBS segnalano che potrebbe esserci un periodo di consolidamento a causa del rafforzamento del dollaro e dei timori legati a un possibile incremento dei tassi di interesse negli Stati Uniti.
Attualmente, le quotazioni dell'oro sui mercati sono poco mosse: il lingotto con consegna immediata passa di mano a 2.629,78 dollari l'oncia (-0,09%), mentre il prezzo dell'oro con consegna a dicembre è a quota 2.