Elezioni USA, Harris mantiene il vantaggio su Trump, ma la corsa resta serrata
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Secondo un nuovo sondaggio targato ABC News/Ipsos, condotto tra il 23 ed il 27 agosto, Kamala Harris continua a restare in vantaggio su Donald Trump, seppure tutto lascia presagire che la sfida tra i due candidati sarà serratissima. Il 56% degli americani che ha partecipato all’indagine nazionale afferma che la vicepresidente ha svolto un lavoro “eccellente” o “buono” nella gestione della sua campagna: “solo” il 41% degli intervistati ha detto lo stesso del leader MAGA (La Voce di New York)
Su altre testate
«Addio per sempre, brat summer», ha twittato Charli XCX, la popstar che ha dato un nome all’entusiasmo dei giovani per l’ingresso di Kamala Harris nella corsa per la Casa Bianca (anche se resta da vedere quanti di questi giovani effettivamente voteranno). (Corriere della Sera)
Un singolare sondaggio condotto da YouGov ha chiesto agli americani come la pensano sui due candidati presidenti riguardo situazioni di vita comune completamente slegate dalla politica. (Sky Tg24 )
«Se diamo un’occhiata a come l’economia ha influenzato le precedenti elezioni - ha scritto tre giorni fa il team di analisti che monitora la campagna presidenziale per il Washington Post - possiamo vedere che quando essa migliora, il candidato del partito in carica fa meglio. (Corriere del Ticino)
Dopo che il presidente Joe Biden ha deciso di ritirarsi dalla corsa e è stata indicata al suo posto la vicepresidente Kamala Harris quale candidata per il partito democratico, Donald Trump, inizialmente in vantaggio, si è trovato in difficoltà. (WIRED Italia)
Nelle settimane successive al ritiro di Joe Biden dalla corsa alla Casa Bianca la candidata del partito democratico ha ripetuto più volte di essere certa della vittoria il 5 novembre. Nelle ultime ore non è però passato inosservato un cambio di registro nelle comunicazioni ufficiali della vice presidente e dei suoi collaboratori. (il Giornale)
D’altro canto a suo tempo la scelta di Kamala Harris per la Vicepresidenza era giunta non per i particolari meriti della Senatrice, ma solo come conseguenza di una combo imbattibile contro ogni accusa nell’era post coloniale MeToo essendo la Harris donna, asiatica e nera: una candidatura che più di qualcuno ha voluto ascrivere al surrettizio tentativo, andato a buon fine, di rivincita dopo la sconfitta di Hillary Clinton, nonché una forma di riappropriazione del genere femminile dopo che i Repubblicani avevano tentato di far eleggere a loro volta una donna vice presidente nel ticket con John McCain: Sarah Palin, la Governatrice dell’Alaska e uno dei volti del Tea Party. (GLI STATI GENERALI)