Ci processano perché abbiamo accompagnato Massimiliano a morire
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Questa mattina arriva una PEC dal tribunale di Firenze con un oggetto un po’ strambo e molto burocratico. Me la inoltrano i miei avvocati mentre sto bevendo il mio secondo caffè. Già so che cosa riguarda ma apro comunque il pdf pensando chissà cosa sarà. “Ordinanza con la quale si dispone che il pubblico ministero formuli l’imputazione coatta” (tutto in maiuscolo). Tutta questa formalità ritarda ancora di qualche secondo la registrazione cerebrale di questa informazione e “imputazione coatta” mi fa un po’ ridere (perché sono scema, lo so). (Il Dubbio)
Ne parlano anche altri media
Una decisione non inaspettata, ma che potrebbe incidere pesantemente sul percorso delle decisioni sui casi di suicidio assistito. (Il Fatto Quotidiano)
Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli, erano indagati per questo e aeguito della decisione della Gip di Firenze, Agnese Di Girolamo, che ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal Pubblico ministero (Tiscali Notizie)
A Firenze il giudice per le indagini preliminari ha rigettato la richiesta di archiviazione nel caso riguardante il toscano Massimiliano Scalas, 44enne affetto da sclerosi multipla, ordinando che il pubblico ministero, entro dieci giorni, formuli l'imputazione coatta di aiuto al suicidio a carico di Marco Cappato e di altri due esponenti dell'Associazione Luca Coscioni, Chiara Lalli e Felicetta Maltese. (il Giornale)
Stiamo parlando del costruttore romano Lorenzo Sbraccia, già indagato per associazione a delinquer... (La Verità)
Decisione del gip di Firenze Lo ha disposto il gip di Firenze, Agnese di Girolamo, che ha respinto la richiesta di archiviazione fatta dalla procura sulle loro posizioni e ha disposto l'imputazione coatta rinviando gli atti alla procura. (LA NAZIONE)
Quando è un inguaribile a chiedere di essere ascoltato per esporre le sue ragioni contro il suicidio assistito, la prima risposta che viene in mente è: ma nessuno vi potrebbe obbligare. (La Repubblica)