Chi usa l’IA, come la usa e di cosa ha più paura

Ne parliamo tanto, ma quanto nel mondo si usa l’intelligenza artificiale? Quali sono i programmi più utilizzati e per fare cosa? A rispondere a queste domande è appena arrivato uno studio, realizzato da Sujan Sarkar per Writerbuddy. Leggendolo si scopre, per esempio, che come numero di utilizzatori di sistemi di intelligenza artificiale l’Italia non compare nella lista dei primi venti Paesi, dominata da Stati Uniti (22,6% di tutto il traffico mondiale), India (8,52%) e (a sorpresa) da Indonesia (5,60%), Filippine (5,25%) e Brasile (5,22%). (Avvenire)

Se ne è parlato anche su altre testate

In particolare, l’intesa intende stabilire sistemi e modalità per l’aggiornamento e lo stimolo di processi innovativi nello svolgimento di attività tecniche, scientifiche e operative, nonché lo scambio di informazioni per la prevenzione e il contrasto delle condotte lesive degli interessi economici e finanziari pubblici connessi alle misure di finanziamento in agricoltura. (Frosinone News)

Come l’Intelligenza Artificiale può essere utilizzata in modo efficace per gestire il territorio e i processi amministrativi? Quali strumenti possono migliorare la sorveglianza e la gestione dei rischi? Quali sono le competenze necessarie e le implicazioni etiche da considerare? A questi e a numerosi altri interrogativi che accompagnano il nascente rapporto tra Pubblica Amministrazione e queste nuove tecnologie ha cercato di fornire risposte l’evento “AI per la trasformazione digitale delle amministrazioni locali: sfide e opportunità”, secondo appuntamento organizzato dal Cerchio Ict tenutosi lo scorso 29 novembre in modalità ibrida, vale a dire presso sedi nelle città che ospitano le quattro società in house che hanno dato vita all’accordo (Bologna per Lepida, Bolzano per Informatica Alto Adige, Schio per Pasubio Tecnologia e Trento per Trentino Digitale) e in diretta streaming integrale. (CorCom)

– All’orizzonte non ci sono Terminator mascherati da algoritmi, ma l’intelligenza artificiale è davvero destinata a cambiare il nostro mondo e Tomaso Poggio, professore al Mit di Boston, una carriera da studioso del cervello, ma anche fondatore delle neuroscienze computazionali, insomma un pioniere nello studio delle intelligenze (al plurale), indica nell’esplosione della disinformazione il rischio più immediato. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Più diventano chiare le sue potenzialità, i suoi campi d’azione, le conseguenze possibili di una sua applicazione su vasta scala, più scatena paure trasversali. Più si avvicina, più preoccupa. (La Stampa)

Il primo ministro britannico, Rishi Sunak, è indagato sulla gestione della pandemia Covid-19. Sunak è comparso davanti alla commissione d’inchiesta. Nel frattempo, crescono le tensioni all’interno del Partito conservatore. (Periodico Daily)

Ma deve fondarsi sulla certezza di un fatto, di una vicenda concretamente verificata, di un comportamento umano che come tale sia indiscusso. Cioè momentanea. (La Stampa)