Così Bezos ha bloccato il Washington Post. Trump: "I miei nemici sono peggio di Kim"
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Donald Trump corteggia il pubblico maschile durante quella che viene considerata l'intervista forse più importante di questa campagna elettorale, un colloquio di tre ore con Joe Rogan, conduttore del podcast più popolare negli Stati Uniti. Un appuntamento in cui l'ex presidente americano ha lanciato l'idea di eliminare l'imposta sul reddito, ha parlato di lottatori di arti marziali miste, elogiato le capacità militari del generale Robert E. (il Giornale)
Ne parlano anche altri media
Per i quotidiani americani è una onorata tradizione. “L’endorsement,” il sostegno motivato a uno dei candidati (presidenziali e non solo) pubblicato prima delle elezioni è mansione canonica degli editorial board che gestiscono le pagine degli editoriali in autonomia dalle redazioni di cronaca (non esistono invece, ad esempio, i corsivi di prima pagina). (il manifesto)
Robert Kagan era la principale firma del Washington Post sugli editoriali politici. A Repubblica spiega che la goccia è stata la decisione del proprietario del quotidiano, il magnate Jeff Bezos, di impedire la pubblicazione dell'endorsement a favore di Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca. (L'HuffPost)
Dopo Robert Kagan, anche Michele Norris, editorialista dal 2019 e prima conduttrice nera della National Public Radio, ha lasciato la testata. Non accadeva dal 1988 che il giornale non prendesse posizione nelle elezioni presidenziali. (Primaonline)