Slovacchia, 60mila persone in piazza per protestare contro le politiche filo-russe del presidente Robert Fico
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Decina di migliaia di persone sono scesi in piazza venerdì sera a Bratislava e in altre 20 città della Slovacchia per protestare contro il governo del premier nazionalista Robert Fico, accusato di avere legami sempre più stretti con la Russia e sempre più conflittuali con l’Unione europea. Secondo gli organizzatori, nella sola capitale i manifestanti d’opposizione erano fra i 40 e i 60 mila. Si tratta di un momento culminante di un’onda di protesta che dura da settimane in un clima sempre più teso. (Il Fatto Quotidiano)
Ne parlano anche altre testate
Una mozione di sfiducia contro il governo slovacco è stata abbandonata questa settimana dopo che i parlamentari dell'opposizione hanno abbandonato l'aula. La cantante Katarina Malikova, 34 anni, ha affermato di essersi presentata per fermare la «disintegrazione della democrazia» in Slovacchia e all'estero, indicando l'insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti. (Corriere del Ticino)
Il muro contro muro ha portato all’annullamento di una mozione di sfiducia al premier, che a sua volta ha accusato – adducendo prove tutt’altro che convincenti – i manifestanti pro-Ue di pianificare un colpo di Stato sul modello dell’Euromaidan ucraino. (EuNews)
Venerdì in Slovacchia si sono svolte proteste di massa contro le politiche del governo di Robert Fico, appena un giorno dopo che quest'ultimo aveva affermato che un gruppo di “esperti” coinvolti nel Maidan in Ucraina stava preparando un colpo di Stato in territorio slovacco. (Corriere TV)
Migliaia di persone sono scese in oltre venti città slovacche per protestare contro le politiche filo-russe del premier. Dopo aver superato il voto di sfiducia di martedì, Fico ha accusato l'opposizione di voler organizzare un colpo di Stato PUBBLICITÀ (Euronews Italiano)
Secondo gli organizzatori, nella sola capitale i manifestanti d'opposizione erano fra i 40 e i 60 mila. «Tentativo di colpo di stato» Si tratta di un momento culminante di un'onda di protesta che dura da settimane in un clima sempre più teso. (ilmessaggero.it)